Molti probiotici contengono tracce di glutine
Nella Settimana Nazionale della Celiachia, un nuovo studio scopre che molti popolari integratori di probiotici contengono tracce di glutine, svelando così il perché molti pazienti celiaci che assumono probiotici subissero una recrudescenza dei sintomi
NEW YORK – Dal 16 al 22 Maggio si celebra la Settimana Nazionale della Celiachia. Un’iniziativa a cura di Associazione Italiana Celiachia Onlus atta a promuovere l’informazione e la sensibilizzazione su questa sempre più diffusa patologia. In quest’occasione, giunge la notizia di uno studio in cui si è trovato che molti integratori di probiotici contengono tracce di glutine, che possono aggravare i sintomi dei pazienti, anziché ridurli.
EFFETTO CONTRARIO – Poiché la celiachia, oltre a una precisa intolleranza al glutine, è di fatto un problema intestinale, molti pazienti si rivolgono giustamente all’integrazione di probiotici per cercare di dare una mano a quest’organo e ridurre così i sintomi che accompagnano la patologia. La scelta di rivolgersi ai probiotici, però, in alcuni casi potrebbe non essere quella giusta. Secondo un nuovo studio del Columbia University Medical Centre (CUMC) il 55% dei probiotici venduti in farmacia contiene tracce di glutine.
LA SCOPERTA – «Molti pazienti con malattia celiaca assumono integratori alimentari e probiotici – spiega Samantha Nazareth, gastroenterologo presso CUMC e primo autore dello studio – Abbiamo già riferito in precedenza che i pazienti celiaci che fanno uso di integratori alimentari hanno più sintomi rispetto ai non utilizzatori, così abbiamo deciso di testare i probiotici per una contaminazione da glutine». Dalle analisi condotte dai ricercatori è emerso che la maggior parte dei campioni di probiotici sono risultati positivi al contenuto di glutine – inferiore a 20 parti per milione della proteina – che sarebbe considerato senza glutine dagli standard della Food and Drug Administration (FDA). Tuttavia, quattro marchi (18% del totale) avevano un contenuto di glutine superiore a tale importo. Più del 50% dei 22 probiotici testati sono stati etichettati senza glutine, ma questo non era valido per tutti. E due campioni di probiotici non erano conformi alle norme FDA.
NON FIDARSI – «Sembra che non ci si possa fidare delle etichette, come quelle che indicano che un prodotto è senza glutine, almeno quando si tratta di probiotici – sottolinea il dott. Peter Green, coautore dello studio – Si tratta di una potenziale pericolo per i nostri pazienti e ci riguarda». Quando si tratta di guadagnare denaro, anche a spese della salute dei consumatori, ci sono purtroppo aziende che non si fanno molti scrupoli e che, infine, danneggiano anche il buon nome di quelle aziende che invece sono serie. Attenzione dunque alle possibili contaminazioni. Lo studio è stato presentato al Digestive and Disease Week di Washington DC.
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