19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
danni da fumo ancora rimediabili

Fumo, la perdita di materia grigia si può invertire

Tra i tanti e seri danni che il vizio del fumo può causare c’è la perdita di materia grigia nel cervello. Ora però, un nuovo studio mostra che questo processo può essere reversibile. Ma bisogna smettere e possono volerci alcuni anni

SCOZIA – I danni da fumo sono assai noti e molteplici. Quasi che ormai non si contano più. Tra i tanti, vi è anche la perdita di materia grigia nel cervello, ossia il cervello pian piano diviene come una specie di prugna secca. Ma una speranza ancora c’è: smettendo di fumare questo processo può essere reversibile.

PERDITÀ DI FACOLTÀ COGNITIVE – La diminuzione di materia grigia nel cervello è spesso associata alla perdita di facoltà e funzioni cognitive. Una condizione che può aprire le porte a malattie come la demenza e l’Alzheimer. Un nuovo studio ha però evidenziato come lo smettere di fumare possa produrre benefici anche al cervello. Difatti, le scansioni cerebrali di 504 settantenni scozzesi hanno sì confermato un legame tra il fumo e un’accelerazione del diradamento legato all’età dello strato esterno della corteccia cerebrale ma, per la prima volta, si trovato un potenziale di recupero.

QUETIONE DI TEMPO – La corteccia degli ex-fumatori del gruppo «sembra essere in parte recuperata per ogni anno senza fumo – sottolineano i ricercatori sulla rivista Nature Molecular Psychiatry – Tuttavia, anche se un parziale recupero sembra possibile, può essere un processo lungo». Il cervello rimane dunque offeso per molto tempo dal fumo. «L’evidenza suggerisce che i fumatori hanno, in media, funzioni cognitive globali un po’ più povere in età avanzata, così come punteggi medi inferiori su diversi ambiti cognitivi, come la flessibilità cognitiva e la memoria», fanno notare gli autori. Ma non è mai stato dimostrato se gli effetti possono essere reversibili.

UOMO AVVISATO – «I fumatori devono essere informati che le sigarette sono associate a un accelerato assottigliamento corticale, un biomarker dell’invecchiamento cognitivo – avvertono gli scienziati – È importante sottolineare che l’assottigliamento corticale può persistere per molti anni dopo la cessazione del fumare». Insomma, c’è sempre qualche motivo in più per smettere di fumare – e meglio se lo si fa il prima possibile.