19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Nuovi trattamenti

Alzheimer, si curerà con uno spray nasale

Un nuovo studio ha testato l’efficacia di uno spray nasale all’insulina che può migliorare la memoria nell’Alzheimer e nel declino cognitivo

NEW YORK – Migliorare la memoria nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer e declino cognitivo lieve con un semplice spray nasale. Ecco la scoperta dei ricercatori Usa che può offrire una speranza in più chi soffre di queste patologie devastanti.

L’ORMONE FA LA DIFFERENZA – È composto da una miscela contenente una forma artificiale di insulina – l’ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue – lo spray nasale che i ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem hanno testato su un gruppo di 60 adulti con diagnosi decadimento congitivo lieve (MCI) e da lieve a moderata demenza da Alzheimer (AD). «Lo studio fornisce la prova preliminare che l’insulina Detemir è in grado di fornire un trattamento efficace per le persone con diagnosi di decadimento cognitivo lieve e demenza Alzheimer», spiega la dott.ssa Suzanne Craft, professore di gerontologia e geriatria al Wake Forest Baptist Medical Center.

GIÀ LO SI SAPEVA MA… – Già precedenti studi avevano mostrati i promettenti effetti dell’insulina somministrata per via nasale. In questo studio però si è per la prima volta sperimentato l’effetto dell’insulina Detemir. Con il suo uso, nella misura di 40 unità internazionali (UI) per un totale di 21 giorni, i partecipanti hanno mostrato un miglioramento significativo nella loro capacità a breve termine di conservare ed elaborare informazioni verbali e visive. Cosa che non è avvenuta nel gruppo di controllo che aveva ricevuto 20 UI o un placebo.

UN SUCCESSO – Oltre a ciò, i destinatari delle 40 UI che recano il gene APOE-e4, noto per aumentare il rischio di Alzheimer, hanno registrato punteggi di memoria significativamente più alti di coloro che hanno ricevuto il dosaggio ridotto o il placebo. Infine, i non-portatori del gene in tutti e tre i gruppi hanno registrato punteggi significativamente più bassi. «Siamo particolarmente incoraggiati dal fatto che siamo stati in grado di migliorare la memoria per gli adulti con MCI che hanno il gene APOE-e4, in quanto questi pazienti sono notoriamente resistenti ad altre terapie e interventi», conclude la dott.sa Craft. Lo studio è stato pubblicato online sul Journal of Alzheimer’s Disease.