19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Con caldo e freddo son dolori

Denti sensibili, in arrivo la cura

Gli scienziati hanno testato gli effetti di una pasta dentifricia che ripara lo smalto dei denti, alleviando il dolore da caldo o freddo

WASHINGTON - Buone notizie per chi soffre di denti sensibili e salta in aria quando viene in contatto con qualcosa di caldo o freddo. Gli scienziati hanno testato con successo una pasta dentifricia che rinnova lo smalto perduto dei denti alleviando il dolore da denti sensibili.

FREDDO O CALDO SON DOLORI - Chi soffre di denti sensibili lo sa: quando si viene in contatto con qualcosa di freddo o caldo son dolori. Si avverte come una scossa che fa tremare, e si vorrebbe far sì che il male passi il più in fretta possibile. La causa? Secondo gli scienziati è la perdita dello smalto. Questa condizione rende infatti i denti più sensibili perché espone i nervi agli agenti esterni, ma non solo.

SENZA SMALTO VIA LIBERA ANCHE ALLA CARIE - La perdita di mineralizzazione dello smalto dei denti infatti non solo è causa di dolore da ipersensibilità, ma è anche potenziale motivo di carie e altri disturbi. Così i ricercatori di Taiwan coordinati dal dott. Chun-Pin Lin hanno lavorato per trovare un trattamento che fosse efficace nel riparare lo smalto e, di conseguenza, alleviare i problemi di sensibilità e ridurre il rischio carie e altri disturbi.

AL MOMENTO POCHE SOLUZIONI - Gli attuali trattamenti, compresi i dentifrici speciali, lavorano per bloccare le aperture nei tubuli dentinali che espongono i nervi agli attacchi. Ma il sigillo che creano è superficiale e non regge all’usura e alla lacerazione causata dallo spazzolino da denti e dalla masticazione quotidiani.

LA SCOPERTA - Per rimediare, gli scienziati hanno creato una pasta composta di elementi caratteristici dei denti come calcio e fosforo. Poi l’hanno testata su modello animale, scoprendo che questa è stata in grado di ridurre in modo significativo la scopertura dei tubuli dentinali, agendo in maggiore profondità. Secondo Lin e colleghi proprio questa profondità potrebbe essere la chiave per produrre un rimedio efficace e duraturo. La ricerca è pubblicata sulla rivista "ACS Nano".