29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Tumori

Bloccare la proteina TRF2, nuovo strategia antitumorale?

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Regina Elena (IRE) di Roma, coordinato da Annamaria Biroccio, ha sintetizzato un piccolo peptide in grado di interrompere i segnali cellulari ad attività tumorale di TRF2. Il lavoro è stato pubblicato oggi sulla rivista internazionale Journal of American Chemical Society.

ROMA - TRF2 è una proteina strutturale delle regioni terminali dei cromosomi (telomeri), che gioca un ruolo importante nel processo di trasformazione neoplastica. Bloccarla può rappresentare una nuova e valida strategia antitumorale. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Regina Elena (IRE) di Roma, coordinato da Annamaria Biroccio, ha sintetizzato un piccolo peptide in grado di interrompere i segnali cellulari ad attività tumorale di TRF2. Il lavoro è stato pubblicato oggi sulla rivista internazionale Journal of American Chemical Society.

Il progetto multidisciplinare nasce dalla collaborazione con i Chimici dell'università Federico II di Napoli

«La bioinformatica - chiarisce Annamaria Biroccio - e nello specifico gli studi predittivi, permetteranno di ottimizzare quei processi che intercorrono tra la fase di 'disegno' e quella di selezione dei farmaci a bersaglio molecolare e permetteranno, conseguentemente, di abbattere i tempi e, non ultimo, i costi legati alla sperimentazione».

«Le moderne tecniche di Rational Design e l'utilizzo di modelli bioinformatica - spiega Pasquale Zizza, primo autore dello studio - hanno consentito il disegno e la selezione di una molecola ad elevato potenziale applicativo in grado di bloccare le funzioni reclutanti di TRF2».

«I risultati ottenuti - evidenzia Annamaria Biroccio - scaturiscono da uno studio più ampio, in collaborazione con il gruppo francese diretto dal Prof. Eric Gilson, in cui è stato identificato un ruolo non canonico della proteina telomerica TRF2. Il lavoro pubblicato sulla rivista 'Nature Cell Biology' a Luglio del 2013, infatti, evidenziava come TRF2 possa contribuire allo sviluppo tumorale, non solo attraverso la sua già nota capacità di mantenere l'integrità telomerica, ma anche attraverso la modulazione di alcuni componenti del sistema immunitario».