5 dicembre 2023
Aggiornato 13:00
Chirurgia estetica | Il caso PIP

Appello alle donne britanniche: rimuovete le protesi mammarie PIP

E' quanto sostiene il chirurgo Tim Goodacre, Presidente dell'Associazione britannica per la chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Denunciato un elevato tasso di rottura degli impianti

LONDRA - Tutte le 40.000 donne britanniche con protesi mammarie dell'azienda francese Pip dovrebbero sottoporsi a un intervento di espianto, qualora venisse confermato l'alto tasso di rischio di rottura degli impianti, pari a «sette» volte maggiore di quanto stimato dalle autorità britanniche. E' quanto sostiene il chirurgo Tim Goodacre, Presidente dell'Associazione britannica per la chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.

Denunciato un elevato tasso di rottura degli impianti - Ieri, il principale gruppo britannico di chirurgia estetica, Transform, ha denunciato che dal 2006 a oggi un impianto su 14 ha avuto problemi, arrivando così a un tasso di rottura del 7% contro l'1% stimato dall'Agenzia britannica di controllo sui prodotti medici. Una denuncia che ha spinto il ministero della Sanità a ordinare una revisione dei dati in suo possesso per stabilire i reali rischi posti dalle protesi.
«Con questo tasso di rottura degli impianti, in particolare con questo tipo di materiale non certificato a livello medico, è ragionevole che vengano rimossi», ha sottolineato il chirurgo al Telegraph. Un'operazione che costerebbe 150 milioni di sterline (quasi 180 milioni di euro), precisa il quotidiano.
L'azienda francese Pip è accusata di aver prodotto migliaia di protesi con gel non corrispondenti agli standard richiesti, dieci volte meno cari del materiale a norma, con un'alta probabilità di rottura dell'involucro, un'elevata possibilità di infiammare i tessuti e il rischio di sviluppare un tumore al seno.