23 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Aborto

«Osservatore Romano»: Stereotipi caricaturali di Papa retrogado

Vian: «Intervento positivo e ragionevole, profondamente umano. La Chiesa guarda con favore al progresso medico e scientifico purchè rispetti il bene comune»

CITTÀ DEL VATICANO - L'Osservatore Romano mette in guardia dal rischio che il discorso pronunciato oggi dal Papa venga letto dai mass media con «gli stereotipi caricaturali di un Papa e di un cattolicesimo spietati, retrogradi e nemici di presunte libertà, se non addirittura di diritti».

«Non è difficile prevedere come molti media daranno conto del discorso di Benedetto XVI alla Pontificia accademia per la vita, sottolineando in chiave soltanto negativa la condanna dell'aborto, per rafforzare gli stereotipi caricaturali di un Papa e di un cattolicesimo spietati, retrogradi e nemici di presunte libertà, se non addirittura di diritti», scrive il direttore del giornale vaticano, Giovanni Maria Vian, in un editoriale di prima pagina intitolato La voce della coscienza. «Naturalmente non è così, e basta leggere il testo per accorgersi che l'intervento del Pontefice è ancora una volta positivo e ragionevole: insomma, profondamente umano».

Richiamando i due argomenti del discorso papale, il trauma post-aborto e le banche di cordone ombelicale, il giornale vaticano, in particolare, sottolinea come Benedetto XVI abbia richiamato «la presenza e il ruolo della coscienza. Proprio l'angoscia conseguente l'aborto rivela la voce della coscienza. E ad avvertirla in modo insopprimibile sono spesso le donne che l'hanno patito, mentre a essere offuscata è talvolta quella degli uomini, i quali - osserva il Papa - spesso lasciano sole le donne incinte. Il richiamo alla coscienza è centrale nel ragionamento di Benedetto XVI, che sottolinea come la qualità morale dell'agire umano non è una realtà di fronte alla quale si possa restare indifferenti e soprattutto non è prerogativa di cristiani o credenti, ma un valore che accomuna ogni essere umano, mentre la Chiesa guarda con favore al progresso medico e scientifico purché rispetti il bene comune».