28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Fecondazione assistita

Un Giudice autorizza la diagnosi preimpianto

Il Sottosegretaro alla Salute Roccella: «gravissimo, è eugenetica pura»

ROMA - Per la prima volta in Italia un giudice ha autorizzato la fecondazione assistita con diagnosi genetica preimpianto ad una coppia fertile, ma affetta da una grave malattia ereditaria. La coppia quindi potrà avere un figlio sano, ricorrendo anche se fertile alla procreazione assistita prevista dalla legge 40 del 2004 e attraverso la selezioni genetica degli embrioni da impiantare nell'utero della donna.

Secondo il giudice la legge, se interpretata alla luce dei principi della Costituzione, non può non consentire il ricorso alla procreazione medicalmente assistita anche ad un coppia non sterile ma affetta da grave malattia ereditaria e con la selezione degli embrioni da impiantare, pena altrimenti la violazione «del diritto alla procreazione e alla salute», si legge nella motivazione della decisione.

Lo ha reso noto Filomena Gallo, avvocato della coppia, nonchè docente di Etica e legislazione nelle biotecnologie all'Università di Teramo e presidente associazione Amica Cicogna, che ha spiegato: il giudice Antonio Scarpa del Tribunale di Salerno ha autorizzato, per la prima volta in Italia, la diagnosi genetica preimpianto ad una coppia fertile portatrice di una grave malattia ereditaria, l'atrofia muscolare spinale di tipo 1. Una malattia che causa la degenerazione e la morte motoneuronale con la conseguente inarrestabile paralisi e atrofia di tutta la muscolatura scheletrica e costituisce oggi la più comune causa genetica di morte dei bambini nel primo anno di vita, con morte per asfissia.

Per il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella «E' una sentenza gravissima», con la quale la «disabilità diventa criterio di discriminazione rispetto al diritto di nascere», «è eugenetica pura».