28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
I risultati sono stati ottenuti studiando 900 coppie di gemelle

«Il punto G è solo fantasia»

Per la ricerca pubblicata dal Journal of Sexual Medicine, il fulcro del piacere femminile è una leggenda

LONDRA - C'è ora chi vuole togliere alle donne anche il Punto G. La misteriosa zona erogena sarebbe «una leggenda», sostengono i ricercatori del King's College di London. Secondo lo studio, che ha coinvolto 1.800 donne e i cui risultati - cioè la totale assenza di prova scientifica - sono stati pubblicati sul Journal of Sexual Medecine, il Punto G sarebbe un'invenzione dell'immaginario femminile, incoraggiata da riviste e sessuologi.

C'è chi non crede alla nuova teoria, che smentisce una recente ricerca di scienziati italiani, convinti di poter individuare la zona erogena usando scanner a ultrasuoni. La sessuologa Beverley Whipple, per esempio, che ha sempre sostenuto l'esistenza del Punto G, ritiene che il lavoro del King's College sia «pieno di buchi». Secondo lei i ricercatori non hanno preso in considerazione le esperienze di lesbiche o bisessuali e mancato di considerare gli effetti di avere diversi partner sessuali che usano tecniche amorose differenti.

Alle donne dello studio, tutte coppie di gemelle mono o eterozigote, è stato chiesto se credono di avere il Punto G. Se una rispondeva di sì, i ricercatori si aspettavano che la gemella omozigote, che ha gli stessi geni, rispondesse altrettanto. Ma non è andata così. Le gemelle omozigoti che dicevano di avere il Punto G non erano tante di più di quelle monozigoti, che condividono solo la metà dei geni.

«Le donne possono credere di avere il Punto G grazie alla dieta o alla ginnastica, ma di fatto è virtualmente impossibile trovare delle caratteristiche reali», ha dichiarato il co-autore dello studio, il professore Tim Spector, sottolineando che si tratta della ricerca più ampia condotta sull'argomento. Il Punto G, insomma, sarebbe «soggettivo». Il collega Andrea Burri ha aggiunto che le donne preoccupate di non averlo potrebbero sentirsi inadeguate: «E' piuttosto irresponsabile sostenere l'esistenza di un'entità che non è mai stata provata e fare pressione sulle donne e sugli uomini», ha affermato Burri. «Va benissimo cercarlo - ha ironizzato la psicologa dell'University College London, Petra Boynton - ma non preoccupatevi se non lo trovate».

Il Punto Graefenberg o Punto G prende il nome dal ginecologo tedesco Ernst Graefenberg che più di 50 anni fa lo ha descritto e che dovrebbe trovarsi sulla parete frontale della vagina a 2-5 centimetri d'altezza.