29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Mentre proseguono le polemiche sulla Ru486

Arrivo Ru486 spingerà Governo a dare linee guida legge aborto

Prima Governo attende delibera Aifa per metà settembre

ROMA - Mentre proseguono le polemiche sulla Ru486, e il quotidiano dei vescovi punta il dito anche contro alcuni ambienti della maggioranza troppo accondiscendenti nei confronti della pillola abortiva, la sua commercializzazione, decisa dall'agenzia italiana del farmaco (Aifa), spinge l'approvazione delle linee guida della legge 194 da parte del Governo.

A differenza di altre leggi, quella sull'interruzione volontaria di gravidanza non prevede delle linee guida. L'attuale maggioranza, tuttavia, ha messo in cantiere da tempo l'idea di un documento che dia piena attuazione per via amministrativa alla 194. E' in particolare la prima parte - sulla prevenzione dell'aborto - ad essere disapplicata. Ora la decisione dell'Aifa fornisce all'esecutivo, paradossalmente, un motivo in più per approvare le linee guida.

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha chiesto all'Aifa «indicazioni certe circa i modi di utilizzo del farmaco affinché esso sia vincolato nella prassi al rispetto dei profili della legge attraverso l'individuazione di un percorso attentamente definito per l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica». L'agenzia del farmaco, da parte sua, ha reso noto che, dopo il recente pronunciamento del suo consiglio di amministrazione, una delibera che ne precisa i termini dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale entro metà settembre.

Per fare le linee guida - ha messo le mani avanti il sottosegretario Eugenia Roccella - «è necessario l'accordo con le regioni. Bisogna in ogni modo vedere quali saranno le regole ed il percorso delineati dalla delibera tecnica dell'Aifa». Al ministero del Welfare, tuttavia, si studia la possibilità di intervenire per via amministrativa. E se l'Aifa ha già chiarito, in un comunicato stampa, che alla donna che fa ricorre alla Ru486 «deve essere garantito il ricovero in una struttura sanitaria, dal momento dell'assunzione del farmaco sino alla certezza dell'avvenuta interruzione della gravidanza», non è altrettanto chiaro tutto il tema del consenso informato della donna. Materia, quest'ultima, che potrebbe essere definita solo dalle linee guida del Governo.

Prosegue, intanto, il dibattito sulla pillola abortiva. L'Osservatore romano' torna sul tema con un intervento del medico francese Didier Sicard, che precisa: «Personalmente non sono un militante contro la Ru486». Ma mette in guardia: «Si tratta dunque di un vero e proprio aborto che giustifica un controllo medico estremamente rigido». E aggiunge: «La Ru486 trasferisce alla sola responsabilità apparente della donna una decisione che spesso i medici non desiderano prendere».

Senza fare nomi, da parte sua, l'Avvenire fa filtrare il malumore della Conferenza episcopale italiana per quei settori della maggioranza - da Fabrizio Cicchitto a Giorgia Meloni, da Stefania Prestigiacomo a Gianfranco Fini - che sulla Ru486 hanno espresso, o potrebbero esprimere, posizioni che non sbarrano la strada ad una paventata liberalizzazione dell'aborto. L'Aifa, scrive il giornale della Cei, «è in buona compagnia: se una parte del governo si è battuta per scongiurare questo pessimo esito, è impossibile tacere su altre precise e identificabili responsabilità politiche. La Ru486 si poteva fermare, ma non tutti quelli che potevano si sono impegnati per farlo».