2 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Uno studio sull'intero genoma degli europei

Scoperti nuovi fattori di rischio genetico per il colesterolo «cattivo»

I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Genetics, hanno inoltre mostrato differenze genetiche nel metabolismo dei lipidi tra uomini e donne

Uno studio sull'intero genoma di individui di tutta Europa ha identificato 22 regioni genetiche (loci) che influenzano i livelli dei lipidi, un comune indicatore di malattie cardiovascolari. Sei di questi loci sono di nuova scoperta e potrebbero contribuire all'accuratezza dei profili genetici da usare per individui a rischio di disturbi metabolici o dislipidemia. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Genetics, hanno inoltre mostrato differenze genetiche nel metabolismo dei lipidi tra uomini e donne.

Il team internazionale di ricercatori ha esaminato dati sui lipidi del siero di un numero di individui europei tra 17.9798 e 22.562 (a seconda del tratto del lipide studiato). Si è trattato di un'analisi associata di 16 studi europei, nei quali dati provenienti da grandi gruppi di soggetti sono stati combinati per identificare fattori genetici che influenzano i livelli nel siero di colesterolo lipoproteico ad alta e bassa densità, trigliceridi e colesterolo totale.

I dati sono stati forniti dal progetto ENGAGE («Rete europea per l'epidemiologia genetica e genomica«), che integra dati genetici su ampissima scala provenienti da un sostanziale numero di insiemi di campioni europei. Il progetto ENGAGE, finanziato con 12 Mio EUR dall'UE nell'ambito del Settimo programma quadro (7° PQ), ha lo scopo di tradurre la ricchezza di dati prodotti da interventi di ricerca su ampissima scala in informazioni di rilevanza diretta per progressi futuri della medicina clinica.

«Il lipidi del siero sono determinanti importanti delle malattie cardiovascolari e sono collegati alla morbilità,» si spiega nello studio. È stato stabilito che i livelli di lipidi in circolazione sono per una certa percentuale ereditari, e gli studi hanno mostrato che molti geni sono coinvolti nel metabolismo dei lipidi. Sebbene studi precedenti su individui affetti da diabete di tipo 2 avessero trovato 19 loci che controllano i livelli dei lipidi del siero, questi risultati non sono arrivati al punto di prevedere malattie cardiovascolari.

In questo studio, la popolazione studiata non aveva nessuna malattia specifica, il che lo rende il primo studio a trovare legami tra lipidi e geni esaminando la popolazione generale. Il team ha scoperto sei loci legati ai lipidi, due dei quali comprendono geni che codificano proteine di cui si conosce il coinvolgimento nel metabolismo dei lipidi.

I dottori di solito esaminano i fattori di rischio classici come l'età, il sesso e il peso quando valutano se un paziente è a rischio di malattie cardiovascolari o disturbi metabolici. Ma la previsione di tali disturbi potrebbe migliorare significativamente con l'aiuto di uno strumento di screening genetico. I ricercatori hanno valutato se le loro conoscenze potessero migliorare i «profili genetici di rischio», che potrebbero permettere strategie di prevenzione precoce come trattamenti con statine - una classe di farmaci usati per abbassare i livelli di colesterolo - e un controllo della dieta. Hanno notato che usando dati genetici la loro abilità di prevedere il colesterolo totale è migliorata; questo ha implicazioni importanti nella previsione di alti livelli di colesterolo «cattivo» (ipercolesterolemia) o cardiopatie coronarie.

Inoltre, i ricercatori volevano vedere se queste differenze potevano essere confermate esaminando i loci genetici associati ai lipidi, essendo noto che i valori dei lipidi differiscono tra uomini e donne. «Nessuno degli studi GWA [genome-wide analysis - analisi sull'intero genoma] pubblicati hanno trattato la potenziale differenza basata sul sesso nei profili genetici di rischio per i lipidi,» recita lo studio. «Qui abbiamo trovato significative differenze negli effetti per alcuni geni a seconda del sesso, come ci si aspettava da dati epidemiologici e clinici.»

«Siamo sicuri che la maggiore comprensione del controllo dei livelli dei lipidi che deriverà da queste scoperte genetiche porterà, nel tempo, a migliori metodi di trattamento e prevenzione delle malattie cardiache e dell'ictus,» ha detto il professor Mark McCarthy dell'Università di Oxford nel Regno Unito. «Inoltre, man mano che miglioriamo la nostra capacità di identificare gli individui più a rischio di queste malattie, dovremmo essere in grado di dirigere i nostri interventi di cura e di prevenzione in maniera più efficace, forse concentrandoci sui cambiamenti allo stile di vita per chi ha più probabilità di trarne dei benefici.»

Nuovi strumenti che permettono di studiare diverse migliaia di campioni di DNA in poco tempo hanno reso possibili le analisi del genoma su larga scala. «A partire dal 2007, la genetica umana ha ottenuto risultati che sarebbero stati inimmaginabili solo cinque anni fa,» ha spiegato la professoressa Leena Peltonen del Wellcome Trust Sanger Insitute nel Regno Unito. «Ma questa non è che l'alba di una nuova conoscenza. Nuovi studi più importanti, come il nostro lavoro sui livelli dei lipidi, illumineranno le aree e le varianti del nostro genoma che hanno un ruolo importante nelle malattie umane.«