Fratoianni a bordo della Sea Watch: «E' come essere in zona di guerra senza essere in guerra»
Il deputato di Liberi e Uguali, Nicola Fratoianni, in un video in diretta dalla Sea Watch dove ieri mattina è salito insieme ad altri parlamentari contro il divieto delle autorità
ROMA - «Siamo saliti a bordo per chiedere con forza che i 47 ostaggi possano finalmente sbarcare. Sono persone che hanno vissuto un trauma terribile, hanno le cicatrici delle torture, i loro occhi dicono tutto. Persone che stavano per morire che sono state salvate e adesso devono sbarcare in un porto sicuro dove vengano riconosciuti i loro diritti umani. Dietro di me ci sono le motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia costiera, sembra sia una zona di guerra ma la guerra qui non c'è qui, c'è la pace, la capacità di chi su questa nave salva le vite, per dare un futuro a persone che pensavano di averlo perso». Lo afferma il deputato di Leu Nicola Fratoianni in un video in diretta dalla Sea Watch dove ieri mattina è salito insieme ad altri parlamentari contro il divieto delle autorità.
A bordo per chiedere lo sbarco dei 47 ostaggi
«Sono qui a bordo per chiedere che a queste 47 persone, ai minori soprattutto, sia consentito al più presto di sbarcare, di poter accedere ai loro diritti che sono quelli di chiedere asilo, il loro diritto di non essere più torturati, uccisi, derubati. Sono qui - ha concluso - per fare il mio mestiere, fare il parlamentare per me significa utilizzare gli strumenti che ho per chi è senza voce, per chi è più debole, per chi è in difficoltà. Questa è la politica di cui io credo ci sia bisogno».
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