19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
L'intervista

Le «preoccupazioni» di George Soros: La popolarità di Matteo Salvini è in declino ma è in ascesa quella di Giorgia Meloni, ancora più estremista

«L'Italia è la mia maggiore preoccupazione. Vedo un governo estremamente fragile, con una coalizione che regge solo per evitare elezioni che sarebbero vinte dalle forze antieuropee»

George Soros
George Soros Foto: ANSA

«L'Europa è molto vulnerabile, più degli Stati Uniti. È vero, persino negli USA, è stato possibile eleggere alla presidenza un imbroglione come Trump, cosa che mette a rischio la democrazia dall'interno. Ma l'America è una delle democrazie più antiche della storia, vi è una forte tradizione per la separazione dei poteri, ci sono regole solide e soprattutto c'è la Costituzione. Per questo sono ottimista. Trump sarà un fenomeno transitorio, che spero si concluderà già alle elezioni di novembre. Resta molto pericoloso, sta combattendo per la sua sopravvivenza; farà di tutto per rimanere al potere perché, avendo violato varie volte la Costituzione sarà chiamato a risponderne se perderà la Casa Bianca. L'Unione Europea, essendo un'unione incompleta, è invece molto più vulnerabile, e ha numerosi nemici sia interni che esterni». Lo afferma l'imprenditore e attivista George Soros, in una intervista a «La Repubblica», nel giorno del suo novantesimo compleanno.

Nemici interni, spiega, che sono «i leader e movimenti contrari ai valori su cui l'Unione Europea è stata fondata». Ci sono i casi di Ungheria e Polonia ma «la mia principale preoccupazione in questo momento riguarda l'Italia» dove «Matteo Salvini, leader anti europeo ha guadagnato consensi finché ha commesso l'errore fatale di provocare la crisi di governo. La sua popolarità è in declino, ma è in ascesa quella di Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, ancora più estremista e della stessa coalizione».

A Roma vede «un governo estremamente fragile, con una coalizione che regge solo per evitare elezioni che sarebbero vinte dalle forze anti europee. E dire che l'Italia era il sostenitore più convinto dell'Europa, la popolazione aveva più fiducia nell'Europa che nei propri governi. Ma l'Italia resta un membro chiave, non posso immaginare l'Europa senza l'Italia. La domanda chiave è se l'Europa sarà in grado di fare abbastanza per sostenere l'Italia».

L'Ue, sostiene, con il Recovery Fund, «in teoria ha fatto un passo avanti molto importante impegnandosi a indebitarsi sul mercato per un ammontare decisamente superiore a quanto mai fatto prima» ma il percorso scelto «porterà troppo poco danaro troppo tardi, per l'ostruzionismo dei quattro o cinque Paesi 'frugali'. Questo mi riporta alla mia idea di un'obbligazione perpetua».

I nemici esterni dell'Europa invece «sono diversi, ma hanno una caratteristica comune: si oppongono all'idea di una società aperta. Divenni un sostenitore entusiasta dell'Ue perché era il simbolo di una società aperta. La Russia era il nemico più pericoloso, ma recentemente la Cina l'ha superata. La Russia dominava la Cina fino a quando il Presidente Nixon, grande stratega di politica estera, capì che aprire alla Cina e rafforzarla avrebbe indebolito il comunismo anche nell'Unione Sovietica. Oggi le cose sono molto diverse. La Cina è leader nell'intelligenza artificiale con cui produce strumenti di controllo della popolazione. Sono essenziali per una società chiusa, ma sono un pericolo mortale per una società aperta. L'intelligenza artificiale oggi gira le carte a vantaggio delle società chiuse. E negli Stati Uniti c'è un raro consenso bipartitico nel definire la Cina un rivale strategico».

Il movimento Black Lives Matter, conclude, «è davvero importante. È la prima volta che una larga maggioranza della popolazione, non solo gli afroamericani, riconosce che l'attuale discriminazione contro i neri può essere ricondotta alla schiavitù».