Reddito di Cittadinanza, tutti i dubbi della Corte dei Conti
Bisognerà prestare «alta attenzione» nell'evitare che il reddito di cittadinanza possa spiazzare l'offerta di lavoro regolare e che l'ottenimento del beneficio massimo non porti a una «non convenienza» ad offrirsi sul mercato legale
ROMA - Bisognerà prestare «alta attenzione» nell'evitare che il reddito di cittadinanza possa spiazzare l'offerta di lavoro regolare e che l'ottenimento del beneficio massimo non porti a una «non convenienza» ad offrirsi sul mercato legale. Lo ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, nel corso di un'audizione alla Commissione lavoro del Senato sul decretone reddito-pensioni.
Rischi per l'offerta di lavoro legale
«Nonostante l'attenzione posta nel disegnare l'impianto del RdC e la previsione di un sistema di vincoli e sanzioni potenzialmente efficace nel contrastare gli abusi - ha detto - in un contesto, come quello italiano, in cui è elevata la quota di economia sommersa e sono bassi i livelli salariali effettivi, dovrà essere alta l'attenzione affinché non cresca la quota di spesa pubblica improduttiva e non si spiazzi l'offerta di lavoro legale». Per la Corte è poi «importante» che «specie per i soggetti che godranno del beneficio massimo (780 euro mensili), il reddito di cittadinanza non determini una non convenienza ad offrirsi sul mercato legale».
Soggetti effettivamente bisognosi
La Corte dei Conti rileva anche come «bisognerà evitare che i ristretti tempi di avvio delle misure e gli elevati carichi a cui sarà sottoposta la macchina amministrativa accentuino le oggettive difficoltà dei programmi di contrasto dell'esclusione, che emergono anche in realtà internazionali, a convogliare le risorse verso i soli soggetti effettivamente bisognosi». E parlando delle strutture che dovranno accompagnare l'applicazione pratica del reddito, Buscema aggiunge poi che «l'attuale situazione dei Centri per l'impiego rende obiettivamente difficile, in tempi brevi, il loro rilancio».
Spesa sociale
Un rilancio che viene comunque giudicato «importante» e «meritevole» dal Presidente della Corte. «Di di essi viene operato un importante investimento - dice - che segna una discontinuità con le esperienze passate e che è molto meritevole dal momento che in Italia è inferiore, nel confronto con altri paesi, la spesa per i servizi del lavoro nell'ambito della spesa sociale (0,04 del Pil contro lo 0,36 della Germania e 0,25 della Francia)».
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