Schumacher, finalmente parla la manager: «Piccoli miglioramenti»
Sabine Kehm mette fine a mesi di silenzio facendosi vedere nel paddock del Gran Premio di Spagna: «La strada è ancora lunghissima», rivela. La sua attività principale è ormai diventata la difesa della privacy della famiglia
BARCELLONA – Finalmente una voce ufficiale dalla famiglia Schumacher. O quasi, visto che Sabine Kehm non appartiene all'albero genealogico del campione tedesco di Formula 1, ma è come se fosse stata adottata. Ha trascorso una carriera seguendolo come un'ombra, prima nel ruolo di addetta stampa e poi di manager, e oggi resta al suo fianco durante il periodo più duro della sua vita, quello della riabilitazione dal terribile incidente sugli sci, oltre a gestire l'attività in pista del figlio Mick. Per lungo tempo, da parte sua c'è stato solo un assordante silenzio. Anzi, peggio: come aveva rivelato Autosprint nei giorni scorsi, addirittura la censura, sotto forma di minaccia di richieste milionarie di risarcimenti danni per qualsiasi giornalista che si fosse azzardato a parlare delle condizioni fisiche di Michael.
Privacy a rischio
Oggi, evidentemente, lei stessa si è accorta di aver esagerato, e che i milioni di tifosi che tuttora fanno sentire il loro affetto e la loro vicinanza alla leggenda delle corse hanno diritto di conoscere la verità. Così, la Kehm ha fatto nuovamente capolino in quel paddock della Formula 1 che per tanti anni è stato il suo ufficio, in occasione del Gran Premio di Spagna, e ha concesso poche, ma preziose parole sullo stato del suo protetto: «Ci sono piccoli miglioramenti ma la strada è ancora lunghissima». C'è da capirla, dopotutto. Perché se il silenzio è esagerato per un verso, il vero e proprio bombardamento a cui i peggiori giornalisti stanno sottoponendo la residenza svizzera di Schumi, a Gland, lo è per l'altro. Un costante assedio di fotografi e telecamere, perfino l'utilizzo di droni per tentare violare la privacy del campione ferito e della sua famiglia, a caccia di chissà quale scoop, sono diventati ormai parte della vita quotidiana dell'ex ferrarista e di sua moglie Corinna. «I tentativi sono costanti – ha raccontato ancora la Kehm – e sfruttano ogni mezzo, compreso il pattugliamento del lago di Ginevra, pur di riuscire in un intento francamente morboso e invasivo. Il che aumenta lo stress di una famiglia già lungamente provata e decisa a proteggere, comprensibilmente, la propria privacy».
Famiglia devastata
Una casa, dunque, che nel corso dei mesi ha assunto le sembianze di un bunker blindato, ma anche di una moderna clinica specializzata. La signora Schumacher ha infatti recentemente venduto la casa in montagna in Norvegia e anche il jet privato del marito per pagarsi le attrezzature mediche più all'avanguardia. L'obiettivo è ovviamente quello di cercare di rendere il meno doloroso possibile il lungo percorso riabilitativo cominciato con l'uscita dal coma nel quale il pluri-iridato era precipitato dopo la caduta che risale ormai a diciassette mesi fa. La migliore notizia per casa Schumi, in compenso, è arrivata nelle scorse settimane dal più giovane erede, il già citato Mick. Che, al suo esordio sulle monoposto nel campionato tedesco di Formula 4, ha subito centrato la sua prima vittoria. «Una grande emozione», ha raccontato la stessa Kehm, non solo per lui ma anche per tutta la sua famiglia.