Il governo secondo Matteo: chi sta con l'euro e la Merkel non sta con noi
Durante il suo discorso dal palco della manifestazione 'Italia Sovrana', il leader della Lega Matteo Salvini ha chiarito alcuni punti programmatici per portare la destra al governo del Paese
ROMA - «Porte aperte perché non siamo qua per partecipare ma siamo qua per vincere». Matteo Salvini, dal palco di piazza San Silvestro dove è andata in scena la manifestazione 'Italia Sovrana', ha esposto la sua ricetta per portare la destra al governo del Paese. Perché, sostiene il leader della Lega, per cambiare le cose bisogna andare al governo: ecco perché solo chi aspira non tanto a partecipare, ma a sbaragliare sinistra e Movimento Cinque Stelle, è ben accetto nel progetto salviniano.
I punti programmatici di Salvini per la destra al governo
Porte aperte sì, ma con coerenza. Perché, dice Salvini, la faccia va salvaguardata. Per questo, nei punti programmatici citati dal segretario federale del Carroccio, al primo posto figura: «chi ha tradito non va rimesso in lista: Alfano, Verdini, Cicchitto e Casini a casa». Non solo: sì alle ampie coalizioni, ma con un programma preciso, un programma che al primo posto dica «Prima gli italiani».
L'attacco alla Merkel
Un mantra da intendersi a 360 gradi, compreso l'aspetto monetario: «Lo dico anche all'amico Silvio Berlusconi:», ha detto Salvini, «un Paese che non controlla la sua moneta è un Paese schiavo. Dobbiamo tornare ad avere una nostra moneta, una moneta italiana per i giovani italiani e per gli imprenditori italiani». Il sottinteso è reso esplicito qualche secondo dopo: «Chi a Bruxelles difende l'euro, la Merkel e l'Europa dell'immigrazione, qua non si allea né con me né con Giorgia».
- 31/01/2017 Santanchè in piazza con Meloni: «Spero che il 2017 cancelli tutti i ladri di voti alla Alfano»
- 30/01/2017 Salvini: «Italiani hanno testa e coraggio per fare come Trump e Le Pen»
- 30/01/2017 Dalla folla parte un «Alfano è una m****», Salvini: «Tra un paio di mesi lo assumerà Poste Italiane»
- 30/01/2017 Salvini sul caso Raggi: Dispiace vi sia caduta sulla testa la «sciagura Virginia»