«Il nuovo messale è un testo normativo per la Chiesa»
Lo ha detto Monsignor Claudio Maniago, presidente della Commissione episcopale per la liturgia della CEI, presentando la terza traduzione italiana adottata con l'Avvento

Il nuovo messale è «un testo normativo per la Chiesa italiana»: lo ha detto mons. Claudio Maniago, presidente della Commissione episcopale per la liturgia della CEI, presentando la terza traduzione italiana adottata con l'Avvento dalla gran maggioranza delle parrocchie italiane.
Al lavoro del messale che sostituisce quello invalso dal 1983 «non ci hanno lavorato solo preti, religiosi religiose, o vescovi», ha sottolineato il vescovo di Castellaneta nel corso di un webinar organizzato dalla Cei e moderato dal direttore delle comunicazioni Vincenzo Corrado, «ma anche tanti laici, uomini e donne, e addirittura sono state coinvolte tantissime professionalità non legate al mondo ecclesiale, ad esempio persone che si intendono di lingua di latino».
Il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, ha introdotto l'incontro online spiegando che un simile lavoro è dettato dal fatto che «c'è un'evoluzione del lianugagigo e la necessità che anche il messale sia attento alla contemporaneità», e sottolineando, tra l'altro, l'adozione di un «linguaggio più inclusivo».
Tra le svariate novità, il «Confesso» diventa più «gender inclusive»: chi confessava i propri peccati lo faceva, sinora, ai «fratelli», da domenica dirà: «Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle...». E ancora, durante la liturfica eucaristica, il sacerdote, da parte sua, dirà: «Pregate, fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia, radunata dallo Spirito Santo nel nome di Cristo, possa offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente».
Altro momento tipico, il prete non dirà più «Scambiatevi il segno della pace», ma «Scambiatevi il dono della pace». Al Gloria si dirà «pace in terra agli uomini, amati dal Signore», e non più »...agli uomini di buona volontà». Alla preghiera eucaristica il celebrante non dirà più «Prese il calice del vino e di nuovo rese grazie» ma «Prese il calice colmo del frutto della vite», e al rito della pace dirà «Scambiatevi il dono della pace» anziché il vecchio «Scambiatevi un segno di pace». Infine, alla conclusione della messa, il prete potrà optare tra il latino, «Ite missa est», e il più innovativo: «Andate e annunciate il Vangelo del Signore».
La novità più nota è l'adozione della nuova traduzione del «Padre nostro» che sostituisce l'invocazione «Non ci indurre in tentazione» con «Non ci abbandonare alla tentazione».
Nei giorni scorsi il consiglio permanente della Cei ha spiegato che «la terza edizione italiana del Messale Romano è stata introdotta, in molte Regioni, con il nuovo Anno liturgico, dalla prima domenica di Avvento» ed ha ricordato che «fra le novità vi è la formulazione del Padre Nostro, preghiera che ritma e norma il respiro orante dell'intero popolo di Dio e tanto cara e familiare nell'esperienza di fede di tutti i credenti di ogni età, regione, appartenenza ecclesiale. Anche se non sono ancora state approntate le nuove edizioni dei libri liturgici o corrette quelle recentemente pubblicate - prosegue però la Cei nel comunicato finale del consiglio permanente - per una vitale esigenza di piena comunione e di omogeneità nella preghiera del Padre Nostro, i Vescovi auspicano che con l'inizio dell'uso del Messale si cominci ad avvalersi da subito della nuova versione in tutte le altre celebrazioni liturgiche sacramentali e non sacramentali (ad esempio, la Liturgia delle Ore) come pure nelle pratiche della pietà popolare (ad esempio, il Santo Rosario)».
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