Mattarella ai diplomatici: «No al sovranismo, singoli Paesi non vincono le sfide»
«Non si può garantire sicurezza alle popolazioni se non se ne rispettano i diritti umani» ha detto il capo dello Stato incontrando il corpo diplomatico per gli auguri di Natale
ROMA - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lancia un monito contro il sovranismo e lo fa incontrando il corpo diplomatico al Quirinale per gli auguri di Natale. Secondo il capo dello Stato un atteggiamento di chiusura politica, economica e sociale da parte di singoli paesi non può fare altro che mettere in discussione il rispetto dei diritti umani e non avviare, fra l’altro, efficaci azioni contro il terrorismo o per affrontare problemi seri come il cambiamento climatico e il governo del fenomeno migratorio. Temi che, lascia intendere con chiarezza Mattarella, non si possono essere affrontai efficacemente dai singoli paesi da soli. Secondo Mattarella, «non si può affrontare il cambiamento climatico, osteggiare l’inquinamento, o governare il fenomeno migratorio da soli».
Terrorismo e cambiamento climatico
Il capo dello Stato sottolinea che «non si può efficacemente combattere la subdola pervasività del crimine transnazionale o del terrorismo senza una fitta rete di contrasto che veda uniti tutti i paesi di tutti i continenti. Questo grave pericolo continua a manifestarsi - aggiunge - da ultimo con l’uccisione a Strasburgo di cinque persone e tra esse anche del nostro giovane connazionale Antonio Megalizzi».
Diritti umani
Il presidente della Repubblica continua nella sua riflessione sostenendo che «non si può garantire sicurezza alle popolazioni se non se ne rispettano i diritti umani: per essere più sicuro il mondo ha bisogno di equità e di libertà». Ancora, rileva Mattarella, «non si può guidare il progresso tecnologico – e il suo impegno sempre più evidente sulla società e sui diritti di ciascuno – senza regole che si sforzino di comprendere l’intero pianeta. Per il presidente della Repubblica «si tratta di temi che tanno portando a cambiamenti di eccezionale portata all’interno delle nostre società, ma anche nella vita di relazione internazionale».
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