16 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Governo

Salvini e quella fedeltà assoluta a Di Maio: rispetto contratto di governo, con Luigi per 5 anni

Il leader della Lega replica a proposito di alcuni sondaggi sugli elettori di centrodestra che lo vorrebbero separato da Luigi Di Maio

I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio
I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - «Il mio difetto e la mia testardaggine è che quando dò una parola a qualcuno, quando firmo un contratto e prendo un impegno con qualcuno non me lo rimangio dopo quattro mesi perché lo dicono i sondaggi». Matteo Salvini, in un’anticipazione dell’intervista a «Quarta Repubblica», l’approfondimento di Retequattro, risponde così a proposito di alcuni sondaggi sugli elettori di centrodestra che lo vorrebbero separato da Luigi Di Maio. «Ho firmato un contratto di Governo, con Di Maio e con gli italiani e voglio andare fino in fondo" dice il vicepremier. "Per cinque anni voglio rispettare l’impegno che ho preso. Non vivo a pane e sondaggi, anche perché se dovessi ragionare per convenienza farei saltare il tavolo. Sono al 30% ma non sono fatto così".

Alle elezioni locali la Lega resta col centrodestra
Salvini mostra fedeltà assoluta al collega e amico Di Maio. "Magari sbaglio" continua Salvini, "un politico cinico forse lo farebbe, ma se lo facessi farei un danno per l’Italia perché avremo mesi di caos, mesi di governi tecnici. Io invece ho firmato un contratto, sono contento di quello che stiamo facendo con i Cinque Stelle, stimo e rispetto Luigi Di Maio e voglio andare fino in fondo»
. A livello locale – prosegue il leader della Lega – governiamo bene con sindaci e governatori del centrodestra. Ci presenteremo con il centrodestra a Trento il 21 ottobre e poi in Abruzzo, in Basilicata e in Piemonte. Quello è l’accordo che abbiamo sempre fatto ed è quello che continuerò a fare per coerenza e perché questa è la nostra natura. Ma quando a giugno ho firmato quel contratto, mi sono ritenuto impegnato a onorarlo».

Mercato del lavoro "drogato"
Parlando di lavoro il ministro dell'Interno ha detto chiaramente che è un mercato "drogato». Salvini spiega di aver chiesto a Di Maio e agli "amici 5 Stelle" che non fosse un sussidio, ma che fosse un aiuto per chi perde lavoro, a ritrovare lavoro, e fosse legato all’accettazione di offerte di lavoro. "Dobbiamo riportare il lavoro ad avere la sua dignità, perché il lavoro non può essere 2 euro all’ora: quello è sfruttamento, quello è schiavismo». Se riportiamo regole normali e abbassiamo le tasse a chi fa impresa, ad esempio "i dimenticati della sinistra, i piccoli, partite IVA, commercianti, artigiani, imprenditori, liberi professionisti", prosegue Salvini, "farò tutto quello che è umanamente possibile perché dall’anno prossimo paghino il 15% secco, non una lira di più, fino ai 65mila euro, eventualmente il 20% salendo fino ai 100mila euro".

Una manovra per ripartire
Semplificazione, basta burocrazia, basta fatture elettroniche, promette il leader del Carroccio. "E sono convinto che questo farà ripartire una parte del mondo del lavoro. Certo, non riesco a togliere le tasse a tutti subito, a cancellare Equitalia subito, a mandare in pensione tutti subito, però facciamo una manovra economica che fa ripartire». «Siamo due forze politiche, non posso decidere tutto da solo. Se per i 5 Stelle questa è una priorità e quello c’è nel contratto di governo, io rispetto il contratto di governo. I soldi che noi stiamo trovando – conclude Salvini – li mettiamo in riduzione di tasse, per i piccoli, e soprattutto in smantellamento di quella legge che ha bloccato il mondo del lavoro per gli anziani e per i giovani, che è la Legge Fornero».