17 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Commercio

La Lega sposa il 'piano' di Di Maio: «Sì alla chiusura dei negozi la domenica»

Arriva l'ok definitivo del Carroccio: «Solo 8 aperture l'anno». Molinari: «Ci confronteremo con tutte le parti interessate»

La zona ristoranti del Citylife Shopping District
La zona ristoranti del Citylife Shopping District Foto: ANSA/UFFICIO STAMPA PD ANSA

ROMA - «Avanti con la nostra proposta per la chiusura domenicale dei negozi e la possibilità di stabilire 8 aperture all'anno anche con l'intesa con le Regioni». Così il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, a margine della riunione economica della Lega  al Viminale alla presenza del ministro Matteo Salvini ha mostrato ancora una volta quando il 'governo del cambiamento' sia unito in tutte le sue componenti e nei confronti di tutte le proposte che arrivano dall'esecutivo, che siano 'marca M5s' o 'marca Lega'.

I motivi dell'ok della Lega
«Abbiamo deciso» prosegue Molinari «di sostenere i contenuti della proposta. Si tratta di un provvedimento che ci chiedono le associazioni dei commercianti schiacciati dalla liberalizzazione selvaggia di Monti e dai vantaggi competitivi della grande distribuzione. Vogliamo tutelare il commercio tradizionale e dare un messaggio di attenzione alle famiglie il cui il tempo libero non deve essere dedicato solo al consumismo. Vogliamo tutelare il commercio tradizionale, perché questi anni di liberalizzazione selvaggia e prolificazione smodata della grande distribuzione hanno desertificato i centri storici». Poi, una precisazione per rassicurare i 'critici': «Partiamo da qui e siamo pronti a incontrare tutte le parti interessate per un confronto aperto e libero».

Confimprese avverte il governo
Ma la strada per arrivare a un piano condiviso «con tutte le parti», come spiegato  da Riccardo Molinari, è tutta in salita. Nelle ultime ore è arrivato il secco «no» di Confimprese, che parla di «decisione antistorica». I motivi? Secondo l'associazione «la domenica vale il 20% del fatturato della settimana e il sabato il 25 per cento» spiega Mario Resca il presidente dell'associazione che rappresenta le grandi imprese commerciali. «La misura che si discuterà giovedì alla Camera è antistorica e porta il Paese a una drammatica recessione dei consumi, al calo dell'occupazione e a una sempre minore attrattività dell'Italia agli occhi degli investitori stranieri. Chi lavora la domenica guadagna il 30% in più in busta paga».