11 dicembre 2024
Aggiornato 13:30
Politiche europee

Il commissario smentisce Di Maio: «Quanto paga (davvero) l'Italia alla Ue»

Oettinger, commissario per il bilancio dell'Unione, risponde così al vicepremier: il nostro Paese verserebbe dai due ai tre miliardi di euro netti all'anno

ROMA – Il commissario per il bilancio dell'Unione europea, Guenther Oettinger, ha detto di voler «lavorare con i numeri giusti» sulla politica di bilancio europea, confutando le parole del ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio che ha minacciato di non versare più il contributo italiano di venti miliardi al bilancio dell'Unione perché i Paesi Ue non l'hanno aiutato nella vicenda dei migranti bloccati sulla nave Diciotti. «L'Italia versa ogni anno tra 14 e 16 miliardi di euro al bilancio europeo, non 20 miliardi, come affermato», ha sottolineato Oettinger a margine del Forum europeo di Alpbach, secondo quanto riferito dall'agenzia tedesca Dpa. Dopo aver dedotto i fondi che rientrano in Italia, però, la Ue costa a Roma da due a tre miliardi di euro, ha proseguito il commissario.

Non si è fatto abbastanza sui migranti
Oettinger ha avvertito che «non si dovrebbe mescolare i doveri sulle migrazioni e la politica di bilancio europea». Già venerdì il commissario europeo aveva già avvertito Roma su Twitter che una sospensione dei pagamenti avrebbe rappresentato una violazione delle norme e dunque avrebbe portato a «sanzioni severe». Allo stesso tempo, dalla Germania Oettinger ha ammesso anche che l'Unione è stata a lungo «passiva» in termini di migrazione verso l'Italia. Solo per ragioni geografiche, il nostro Paese ha dovuto «fare molto per il salvataggio, la prima accoglienza e l'integrazione dei rifugiati».

Le reazioni da Roma
Una confessione che è stata sottolineata dal senatore di Forza Italia Francesco Giro: «Persino il commissario Ue per il bilancio, il tedesco Oettinger, noto per essere un falco europeista, ammette che sull'immigrazione l'Europa ha fallito. Sul blocco del contributo dell'Italia all'Unione Oettinger precisa i numeri in campo che sono comunque rilevanti».