11 dicembre 2024
Aggiornato 13:00
Genova

Storia di estorsioni e raid incendiari ad Arenzano, arrestato aguzzino e complice

Sono due operai marocchini di 65 e 54 anni. Da anni il 65enne tormentava un commerciante, connazionale di 50 anni. Arrestati entrambi dai Carabinieri per incendio aggravato, tentata estorsione, tentata violenza privata e favoreggiamento

Un furgone in fiamme
Un furgone in fiamme Foto: Di deepspace (tramite Shutterstock) Shutterstock

GENOVA - Ad Arenzano, in provincia di Genova, due operai marocchini di 65 e 54 anni sono stati arrestati per le indagini preliminari ieri mattina dai Carabinieri con l'accusa, a vario titolo, di incendio aggravato, tentata estorsione, tentata violenza privata e favoreggiamento.

INDAGINI DA FINE 2017 - Gli arresti di oggi giungono a conclusione di un'indagine avviata nel dicembre del 2017 dopo che un connazionale di 50 anni, titolare di un negozio di frutta e verdura nel centro della cittadina ligure, aveva subito un ennesimo attentato incendiario e minacce a seguito del quale era andato completamente distrutto un furgone di sua proprietà parcheggiato nei pressi della sua abitazione.

ATTACCHI INCENDIARI - Il 50enne aveva già subito, a partire dal gennaio del 2016, altri 4 attentati incendiari ai danni di autovetture e dello stesso esercizio commerciale.

IL PRESTITO - Gli accertamenti iniziati per l'attentato al furgone hanno aperto le porte di una vicenda di gran lunga più complicata e subdola che il marocchino 65 operava da anni ai danno del fruttivendolo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il commerciante nel 2015 aveva ottenuto un prestito da parte del connazionale di 65 anni per aprire un'attività commerciale di frutta e verdura a Cogoleto ma poi aveva ritenuto più conveniente rilevare il 50% delle quote di un'altra società che gestiva il negozio di Arenzano dove lavora da quell'anno.

PROVA A SALDARE IL DEBITO - Tale scelta aveva causato il risentimento del creditore, al quale più volte la vittima aveva tentato di restituire la somma di denaro ricevuta ma senza successo, per il rifiuto dell'uomo, che lo aveva anche minacciato di fargliela pagare per il torto subito, rinfacciandogli la mancata operazione commerciale a Cogoleto.

ASSOLDATI INCENDIARI - Contemporaneamente il connazionale avrebbe commissionato a delle persone, al momento rimaste ignote, la serie di attentati che erano culminati nel primo incendio del locale.

DIVENTA SOCIO - Il commerciante si era visto costretto, per paura di altre ritorsioni, a cedere alle insistenti richieste del 65enne, che gli aveva proposto una sorta di "protezione" da questi atti vandalici entrando come socio occulto nella società, prestandogli 20 mila euro e obbligandolo a versargli una somma mensile di 500 euro nei mesi invernali e 600 euro in quelli estivi.

NON RIESCE PIU' A PAGARE - A causa di alcune difficoltà economiche, nel novembre 2017, la vittima non riesce più a pagare quanto pattuito e per questo il socio occulto gli aveva proposto di cedergli l'attività a un prezzo svantaggioso. Il rifiuto del commerciante avrebbe così provocato nuovamente la reazione del connazionale, che come ritorsione gli avrebbe fatto incendiare il furgone.

DENUNCIA - A quel punto la vittima aveva finalmente deciso di rivolgersi ai Carabinieri, raccontando tutta la vicenda e denunciando il suo estorsore. Il 65enne insieme al complice, dal novembre 2017 assunto dalla vittima come guardiano del negozio per evitare altri raid, aveva tentato inutilmente, minacciandolo di ulteriori conseguenze, di costringerlo a ritirare la denuncia contro di lui.

ORDINANZA DEL GIP - Dopo circa due mesi di indagini, il gip del Tribunale di Genova Alessia Solombrino ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico del 65enne per incendio aggravato continuato, tentata estorsione e tentata violenza privata. Per il complice 54enne ha invece disposto il divieto di dimora ad Arenzano e Cogoleto, con obbligo di permanenza in casa nelle ore notturne, per tentata violenza privata in concorso e favoreggiamento personale.