28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
Sicurezza

Più poliziotti, no ai numeri identificativi e discoteche nel mirino: Salvini ridisegna la sicurezza

Il ministro degli Interni domani a Genova per incontrare l'agente ferito e il collega indagato per l'omicidio del giovane aggressore

Matteo Salvini nei pressi di Palazzo Chigi
Matteo Salvini nei pressi di Palazzo Chigi Foto: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI ANSA

ROMA - «Nelle nostre forze di polizia esiste un problema di tourn over che va risolto al più presto». Con questa premessa il ministro dell'Interno Matteo Salvini, nel corso della cerimonia per la fine dell'anno accademico della Scuola di perfezionamento delle forze di polizia, ha ricordato quello che, secondo lui, è il maggior problema per gli agenti. Pochi e troppo anziani. «Ho già sollevato la questione con il ministro all'Economia Giovanni Tria - ha spiegato Salvini - perché ogni anno perdiamo migliaia di unità e l'età media dei nostri agenti ormai supera i 50 anni di età. Tra alcuni anni - ha concluso il ministro - il problema sarà serio». Salvini ha quindi spiegato che occorrerà procedere «a un piano di reclutamento per abbassare l'età media del personale». Perché se il problema ancora non è scoppiato «è solo questione di tempo». Il ministro degli Interni ha voluto poi sottolineare l'importante lavoro svolti dagli agenti di polizia snocciolando numeri significativi sul fronte sicurezza: «Nei primi mesi del 2018 i reati sono in calo del 13%». Nonostante ciò «gli italiani chiedono ancora risposte» ma possono contare «su forze di polizia efficienti» e su un sistema di sicurezza che «molti Paesi ci invidiano».

No al numero identificativo sui caschi
Uno stop da parte del ministro dell'Interno arriva invece sulla proposta di mettere il famoso 'numero idenfiticativo' sui caschi dei poliziotti che «sono già abbastanza facilmente bersagli dei delinquenti anche senza il numero in testa», una misura che permetterebbe di rendere riconoscibili i responsabili di eventuali abusi, entrata nel dibattito politico dopo le violenze del G8 di Genova, ma anche dei casi Aldrovandi e Cucchi, solo per citarne alcuni. Diversa l'ipotesi di una bodycam, una piccola telecamera, come previsto dal contratto di governo che recita, testualmente: «Si dovranno dotare - si legge nel capitolo 23 - tutti gli agenti che svolgono compiti di polizia su strada di una videocamera sulla divisa, nell’autovettura e nelle celle di sicurezza, sotto il controllo e la direzione del garante della privacy, con adozione di un rigido regolamento, per filmare quanto accade durante il servizio, nelle manifestazioni, in piazza e negli stadi». Le riprese saranno utili, in questo caso, a filmare aggressioni e violenze a difesa degli agenti.

La questione della 'legittima difesa'
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha poi comunicato che venerdì 15 giugno sarà a Genova dove incontrerà l'agente ferito e il collega indagato per l'omicidio del giovane aggressore. Il Ministro si recherà all'Ospedale San Martino e alle 12 incontrerà in Prefettura i giornalisti. «L'agente ferito per difendere un collega - ha detto Salvini a margine dell'evento di Roma - è indagato per questo, ma mi dicono che è un atto dovuto. Ma chi indossa una divisa deve sapere che il paese è con loro. Noi sappiamo da che parte stare: dalla parte della divisa. Da bambino giocavo a guardia e ladri - ha concluso - e stavo sempre con le guardie».

Stretta sulle discoteche e contrasto alla droga
Dopo l'evento di Roma il ministro dell'Interno è intervenuto ai microfoni di Radio105 e lì ha comunicato l'intenzione di organizzare un incontro, entro pochi giorni, «con i gestori dei locali da ballo» per affrontare il problema della diffusione della droga tra i ragazzi: «E' un fenomeno di cui si parla troppo poco: però ahimè sta aumentando a dismisura il consumo di droghe. Non distinguo tra pesanti e leggere, diminuisce sempre di più l'età dei ragazzi che consumano droga». Da qui l'impegno: «Riunirò i gestori dei locali da ballo e di pubblici esercizi per ragionare da papà e da ministro dell'Interno sui messaggi da dare ai ragazzi per ricordar loro che ci si può divertire anche senza impasticcarsi».