24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Movimento 5 stelle

I Di Battista all'assalto del Quirinale: padre e figlio contro Mattarella

Il Pd insorge contro gli attacchi al presidente della Repubblica: «Fascisti», «eversivi», «irresponsabili»

Alessandro Di Battista
Alessandro Di Battista Foto: ANSA/NICOLA LANESE ANSA

ROMA - Una vera e propria bufera si sta abbattendo sui Di Battista. Padre e figlio. Tutto è iniziato con un post su Facebook dell'ex deputato del Movimento 5 stelle che è tornato ad accusare il Quirinale: «Il Presidente Mattarella ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica ovvero ai cittadini ai quali appartiene la sovranità. Per settimane, in una fase delicatissima dal punto di vista istituzionale, ha ricordato ai partiti politici le loro responsabilità. Per giorni ha insistito sull'urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata, una maggioranza che piaccia o non piaccia al Presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere, rappresenta la maggior parte degli italiani. Sono gli italiani ad avere diritto ad un governo forte, un governo capace di intervenire, se necessario con la dovuta durezza, per ristabilire giustizia sociale. Un governo capace soprattutto di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno ma non dovrebbe intimorire chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale. Il Presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l'avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla».

Di Battista padre rincara la dose
«Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature». Si conclude così un post in versi che Vittorio, padre di Alessandro Di Battista, pubblica su Facebook con chiaro riferimento - ma senza citarlo - al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. »E' il papà di tutti noi. E' quello che si preoccupa di varare un governo. E' quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo. Poveretto, quanto lo capisco. In più ci si mettono le fianate sul cv di Giuseppe Conte, le perdite in Borsa e la irresistibile ascesa dello spread. Poveretto, quanto lo capisco. Lo capisco e per questo, mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa», scrive il padre di Di Battista. E il post in versi - pubblicato quasi in contemporanea con quello del figlio, sempre diretto al Colle - prosegue: «Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumoli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni. Arricchirebbe di democrazia questo povero paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate».

La politica si indigna
Immediata la reazione degli esponenti politici che saranno all'opposizione del governo Lega-M5s. SPiero Fassino, del Pd, denuncia: «Da Di Battista parole e toni di stampo eversivo e intimidatorio di chi ignora la Costituzione e le prerogative del Presidente della Repubblica. Non si può che esprimere la più severa condanna e dovrebbero farlo per primi coloro che si apprestano a formare un governo i cui ministri giureranno fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione davanti al Capo dello Stato». All'ex sindaco di Torino fa eco il deputato democratico Walter Verini: «La Costituzione italiana consente anche ai Di Battista di poter esprimere opinioni. Anche quando sono strampalate, istituzionalmente volgari, irresponsabili. Qui sta la superiorità del sistema democratico e costituzionale rispetto a incendiari e arruffapopolo di ogni specie. La figura e la persona del Presidente della Repubblica, le sue prerogative - tutelate dalla Costituzione - sono per fortuna dell'Italia molto più forti di qualsiasi Di Battista. Perché consentono a tutti, e anche a quelli come lui, di parlare in libertà. Per questo non si può permettere a nessuno di provare a scalfirle e indebolirle». Ancora più duro, se possibile, il commento di Eugenio Comincini, senatore Pd: «Il padre di Di Battista, fieramente fascista, manda messaggi mafiosi al Presidente della Repubblica. Di Battista figlio si rivolge al Capo dello Stato con affermazioni eversive. Vergognosi e indecenti: è il caso che i vertici delle istituzioni intervengano. A partire da Fico».