GENOVA - Arrestati dai Carabinieri del Ros per usura Giuseppe 'Pino' Abbisso e R. S., secondo l'accusa avevano prestato 6 mila euro a un imprenditore genovese a cui, nel volgere di pochi mesi, hanno chiesto di restituirne 11 mila per interessi mensili del 20%.
L'IMPORTO - Il totale della cifra doveva essere corrisposta, divisa, in 3 momenti separati di alcuni giorni. Oltre agli interessi imposti dai due usurai l'imprenditore doveva estinguere anche un debito che R. S. aveva nei confronti dello stesso Abbisso tramite assegno.
L'AVVERTIMENTO - La vittima, che voleva avviare un'attività di vendita di biglietti di spettacoli on line, ha provato a pagare, ma rendendosi conto di una indisponibilità economica tale da non poter risarcire gli strozzini ha chiesto più tempo. Secondo l'accusa, Abbisso lo ha minacciato dicendo che avrebbe contattato i suoi tanti amici legati alla mafia.
DENUNCIA E INDAGINI - L'imprenditore si è recato dai Carabinieri e ha sporto denuncia già a fine 2017, ma le manette per i due sono scattate solo stamane, dopo due ordini di esecuzione del gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
ACCUSE - Giuseppe Abbisso deve rispondere di usura aggravata dallo stato di bisogno della vittima, R. S. di concorso in usura per il suo ruolo di intermediazione.
RECIDIVO - Il primo era già stato condannato per un reato analogo nel 2010, insieme al complice Onofrio Garcea e aveva finito di scontare la sua pena nel 2016.
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