Il primo giorno di Renzi, tra battute e la promessa più difficile da mantenere: «Sto zitto per due anni»
Neo-senatore Pd dribbla le domande, parla di sport e cinema, e non disdegna le battute
ROMA - «Voglio capire come funziona qui, forse farò parte della commissione Difesa». Assediato dai cronisti a Palazzo Madama, Matteo Renzi evita ogni dichiarazione sulle trattative per i presidenti delle Camere e prova a dribblare la stampa parlando di libri, cinema, tennis e maratona. Racconta di aver ricominciato a fare sport, «ma per la maratona ce ne vuole», ammette toccandosi la pancia. «Faccio 14 km». Ha ricominciato anche col tennis «anche se per quello ci vuole testa». A questo proposito racconta di aver visto il film su Borg e McEnroe.
Battute e siparietti
Del Pd parla solo quando racconta che a Firenze ci sono i renziani e gli antirenziani. Quando incontra questi ultimi, soddisfatti gli dicono: «Stavolta non ce l'hai fatta»; quando incontra i suoi sostenitori gli fanno i complimenti e lui: «ma per cosa?». E quelli virano su un più realistico «auguri». Poi scherza su Davide Faraone, senatore siciliano del Pd: «Visto il brillante risultato ottenuto in Sicilia per tutta la legislatura paga lui il caffè». Prima di entrare in aula per l'inizio della prima votazione sul presidente del Senato c'è il tempo di una stretta di mano con Emma Bonino.
"Io sono un debuttante. E un debuttante che fa?", scherza ancora Matteo Renzi, che però, di politica, non vuole proprio parlare. E dopo il siparietto, fa una promessa che difficilmente riuscirà a mantenere: «Ora sto zitto per due anni».
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