26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Governo Gentiloni

Ilva, Calenda: «Preghiamo Dio perché gli investitori restino»

il ministro dello Sviluppo Economico: «Sistematica e irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi»

ROMA - «Mentre Governo, parti sociali e molti enti locali coinvolti stanno costruttivamente lavorando per assicurare all'Ilva, ai lavoratori e a Taranto investimenti industriali per 1,2 mld, ambientali per 2,3 miliardi e la tutela di circa 20.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, il comune di Taranto e la Regione Puglia decidono di impugnare il Dpcm ambientale mettendo a rischio l'intera operazione di cessione e gli interventi a favore dell'ambiente». E' quanto dichiara il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda in merito alla decisione di impugnare il Dpcm ambientale sull'Ilva da parte della regione Puglia e del comune di Taranto.

Sistematica e irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi
«Nonostante la presentazione dettagliata di piano ambientale e industriale fatta al tavolo istituzionale del Ministero, peraltro disertato all'ultimo minuto dal Sindaco di Taranto, l'impegno preso a convocare un tavolo dedicato a Taranto e l'anticipo dei lavori di copertura dei parchi confermato oggi dai commissari, continua la sistematica e irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi. Si tratta credo del primo caso al mondo in cui un investimento di riqualificazione industriale di queste dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio che più ne beneficerà. Spero vivamente che Regione e Comune abbiano ben ponderato le possibili conseguenze delle loro iniziative e le responsabilità connesse», sottolinea il ministro.