23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Giustizia e politica

Genova: chiesta l'archiviazione per Grillo e Di Battista

I due esponenti del Movimento 5 stelle erano indagati per diffamazione dopo la querela sporta dalla vincitrice delle primarie del M5s per scegliere il candidato sindaco del capoluogo ligure, Marika Cassimatis

La procura di Genova ha chiesto l'archiviazione per Beppe Grillo e il deputato Alessandro Di Battista, indagati per diffamazione
La procura di Genova ha chiesto l'archiviazione per Beppe Grillo e il deputato Alessandro Di Battista, indagati per diffamazione Foto: ANSA/ CLAUDIO PERI ANSA

GENOVA - La procura di Genova ha chiesto l'archiviazione per Beppe Grillo e il deputato Alessandro Di Battista, indagati per diffamazione dopo la querela sporta dalla vincitrice delle primarie del Movimento 5 stelle per scegliere il candidato sindaco del capoluogo ligure, Marika Cassimatis.

Le frasi contestate a Grillo
La querela era partita dopo la pubblicazione sul blog del comico genovese di alcune frasi lo scorso 17 marzo, ritenute offensive dalla professoressa, così come una intervista rilasciata dagli esponenti del M5s al Corriere della Sera. A quanto risulta a Cassimatis non sarebbero piaciute le frasi scritte sul blog di Grillo:«In qualita' di garante del MoVimento 5 Stelle, al fine di tutelarne l'immagine e preservarne i valori e i principi, ho deciso, nel pieno rispetto del nostro metodo, di non concedere l'utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis», perché «molti» esponenti della sua lista «hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l'immagine del MoVimento 5 Stelle».

E quelle a Di Battista
Per quanto riguarda Di Battista le dichiarazioni sgradite alla grillina sono state «ci sono persone non in linea con la nostra lotta» e che, «piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo, si prende questa decisione». Cassimatis ora potrà opporsi alla richiesta di archiviazione, che dovrà essere vagliata dal gip di Genova. Il fondatore del M5s dal canto suo ha prodotto una memoria difensiva nella quale sosteneva il suo diritto di critica, ritenendo quelle considerazioni non diffamanti.