Ncd addio, Angelino lancia Alternativa popolare contro vaffa e ruspe
Ncd va in soffitta. Ieri è nato dalle ceneri del vecchio tentativo fallito di rilanciare il centrodestra il nuovo partito di Alneglino Alfano, attuale ministro degli Esteri del governo Gentiloni

ROMA - Le elezioni politiche in Italia si avvicinano e tutti (dal Pd a Berlusconi, dalla sinistra ai populisti passando per i centristi) tentano di recuperare l'elettore medio italiano, sempre più diffidente - e assente alle urne - verso una politica ritenuta lontana dai bisogni reali della società. Oggi è stata la volta di Angelino Alfano e del suo Ncd, che con l'ultima assemblea celebrata a Roma ha posto definitivamente in soffitta l'esperienza del partito nato nel 2013 con l'obiettivo - palesemente fallito - di rinnovare e rilanciare il centrodestra. Uno schieramento, quello che fa capo all'attuale ministro degli Esteri, che non rimane però senza casa: è nata infatti sempre oggi Alternativa popolare.
Alfano: Siamo qui per cambiare pagina
«Siamo qui per voltare pagina, siamo chiamati a ripartire», ha spiegato Alfano ricordando che, tre anni fa, «volevamo ricostruire un centrodestra normale. Ma la missione è diventata impossibile». Ecco allora il nuovo movimento: «Voltiamo pagina ma non cambiamo ideali - ha assicurato il ministro - quella di oggi è una scelta che non ci fa virare a sinistra. Il nostro campo di gioco è il centro».
«Noi popolari siamo alternativi a chi urla»
Alfano ha spiegato sottolineando che «di fronte alle ruspe e alla rottamazione propagandata da alcuni, la nostra missione è quella di costruire una casa comune dei liberali, moderati, popolari, costruendo ricchezza, solidarietà e speranza». Anche perché, «con il Pd che si sposta a sinistra - ha aggiunto - e Forza Italia che si sposta a destra, restano delle praterie al centro». Il nuovo soggetto politico (rappresentato da un logo con un cuore giallo in campo blu) ha chiarito Alfano, parte dal fatto che «siamo popolari e sappiamo a chi siamo alternativi. Noi popolari siamo alternativi a chi urla, a chi dice sempre no, a chi non ha cura della Repubblica, siamo alternativi a chi confonde la giustizia con il giustizialismo».
«Andiamo avanti da soli»
Ancora, ha continuato Alfano disegnando di fatto il manifesto del nuovo partito e i suoi confini, «siamo alternativi ai sindacati e a chi finge di proteggere i lavoratori, siamo alternativi a chi dice sempre vaffa, a chi ha in mente solo la ruspa. Siamo alternativi a quelli che vogliono decidere chi nasce e chi muore, siamo alternativi alla sinistra che guarda al passato. Siamo alternativi ai lepenisti».
«La nostra scelta è il popolarismo europeo»
Alfano ha detto che «la nostra scelta è il popolarismo europeo» e che di alleanze per ora non si parla. «Andiamo avanti da soli - è stata la sua posizione - saranno gli altri a cercarci perché non avranno i numeri per governare e noi diremo questo è il nostro programma oppure la maggioranza ve la cercate con i radicali». Secondo la legge elettorale attualmente in corso «non esistono le alleanze» e io «non le vado a cercare più. Io mi sono stancato del dibattito sulle alleanze, anche al nostro interno», ha affermato il ministro.
Verso le primarie per eleggere il leader
C'è una radicalizzazione dei poli, a destra e a sinistra. «Una radicalizzazione - ha rilevato Alfano - che apre spazio per noi. Chi vuole fare listini e listoni disomogenei è libero di farli. Noi comunque, se Forza Italia vorrà candidarsi con i nemici dell'Europa è libera di farlo ma noi chiederemo ai moderati di non votare i lepenisti». Riguardo al leader dello schieramento il problema non si pone. Per Alfano prima «uniamoci e poi sia il popolo con delle primarie a scegliere il leader di un raggruppamento liberal-popolare. È un metodo democratico. Proponiamo primarie non solo per il leader ma anche per i parlamentari».