27 agosto 2025
Aggiornato 19:30
Nuovi ideali o solo un terribile abbaglio?

Grillo, Trump, Putin: il cesarismo 2.0 ce la farà a governare la finanza?

Il mondo, tutto, sta andando verso una nuova forma di cesarismo. Russia, Stati Uniti sono i fari di questo processo inarrestabile. Il Principe di Machiavelli torna ad essere un uomo solo al comando, e non più un corpo intermedio

ROMA - «La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come loro (Trump e Putin, ndr)». Queste le parole di Beppe Grillo che hanno scatenato la solita gazzarra di commenti un po’ ipocriti, sicuramente superficiali. Il capo politico del M5s poi ha ritrattato, incolpando i giornalisti di aver effettuato una interpretazione superficiale. Peccato.

Cesarismo
Il mondo, tutto, sta andando verso una nuova forma di cesarismo. Russia, Stati Uniti sono i fari di questo processo inarrestabile. Il Principe di Machiavelli torna ad essere un uomo solo al comando, e non più un corpo intermedio, quale, ad esempio, il partito. Sia esso di sinistra o destra, o sopra o sotto, non ha alcuna importanza. Può non piacere, ma è l’inesorabile realtà con cui si devono fare i conti. Il cesarismo 2.0 avanza: come nella visione gramsciana uno strumento neutro, potenzialmente progressivo o regressivo. È progressivo il cesarismo quando il suo intervento aiuta la forza progressiva a trionfare sia pure con certi compromessi limitativi della vittoria; è regressivo quando il suo intervento aiuta a trionfare la forza regressiva, anche in questo caso con certi compromessi e limitazioni, che però hanno un valore, una portata e un significato diversi che non nel caso precedente.

Grillo no e Renzi sì?
Nel teatro dell’assurdo alle parole di Beppe Grillo, che dice una verità storica, giunge il fuoco di sbarramento del Partito Democratico e degli intellettuali(?) mediatici che, fino a un mese fa, erano strenui sostenitori di una riforma costituzionale dal chiaro intendimento cesaristico. Erano o non erano costoro quelli che volevano «più velocità», «più stabilità per il governo», ovvero più potere nelle mani dell’esecutivo e quindi del presidente del consiglio? Eppure oggi, costoro si indignano per le parole di Grillo. Che, dal canto suo, ha sostenuto una battaglia, vittoriosa, per bloccare la riforma cesaristica voluta da Matteo Renzi.

Intanto la finanza avanza...
E’ evidente che di fronte a queste capriole ideologiche, sorgono diverse domande. Tra tutte: chi abbiamo di fronte? Cosa pensano realmente coloro che dovrebbero governare questo paese? Quanto incide la reazione emotiva delle comunità social sull’idea di mondo che hanno le attuali, se vogliamo chiamarle così, élites? Se è auspicabile l’uomo forte, perché bloccare la riforma elettorale? Se aborrite l’uomo forte, il Cesare, il Principe, perché volevate fare una riforma costituzionale, unita ad un riforma elettorale ultra maggioritaria? A queste domande nessuna risposta, anche non vengono nemmeno poste. Ovviamente in panorama siffatto, sfilacciato e senza idee, dilagano i veri poteri sovra nazionali: banche e finanza in primis. Che ovviamente sanno cosa vogliano bene, e non vivono in funzione contrappositiva.

Grillo come Trump? Difficile...
Il linguaggio utilizzato dal presidente Trump nel giorno del suo insediamento non fa di lui un totus politicus in senso Crociano: questo è ovvio. Trump, a quanto pare, è un cow boy giunto nella sale del potere. In questo senso egli, come Putin, si pone come nuovo Cesare. Che poi sia progressivo o regressivo lo diranno gli storici: e speriamo che non combinino troppi guai. I nostri rimangono piccoli uomini paurosi, ancorati ai commenti dei social, dei blog, o di qualche sedicente intellettuale. Il capo politico del M5s dovrebbe avere il coraggio dei due uomini che porta ad esempio: con ogni probabilità si vede come uomo forte, ma se fa paura questa definizione si può usare quella gramsciana, molto più politicamente corretta, per ergere se stesso a candidato in pectore del M5s alla carica di capo del governo. Lo dica, sia sincero, sia diretto come è stato Donald Trump nel suo durissimo discorso di insediamento.