Manovra, al via il voto sulla fiducia del fu governo Renzi
Le opposizioni, tranne il Movimento 5 stelle, contro la blindatura del testo Per Forza Italia è una via «impraticabile», per la Lega Nord si tratta di una norma piene di «mance» elettorali. Grillo invece: «Prima si vota meglio è»
ROMA – Il Senato dovrebbe approvare oggi la legge di bilancio, testo già vagliato alla Camera che l'ha modificato in più di 200 punti. Il governo ha posto la fiducia sul provvedimento, mentre il testo viene discusso in Aula, evitando il passaggio di voto sugli emendamenti in commissione Bilancio. Tutto questo per chiudere la partita al più presto e rispettare «impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto», come ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nella nota in cui ha «congelato» le dimissioni di Matteo Renzi.
Ad annunciare la scelta dell'esecutivo guidato da Renzi è stata la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi: «A nome del governo, - ha detto - e autorizzata dal consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti articolo 1» del ddl sulla legge di bilancio «nel testo identico a quello approvato dalla Camera». Quindi Boschi ha abbandonato la sala fra i mormorii dei colleghi.
Prima il voto di fiducia
La giornata odierna è dedicata alle dichiarazioni di voto, seguite dal voto di fiducia vero e proprio per appello nominale. Ottenuta la fiducia l'Aula deve poi esaminare gli emendamenti sulla seconda sezione della manovra, quella dove vengono previsti i fondi per i ministeri e il quadro generale riassuntivo per il triennio 2017-2019. Dopodiché il Senato è chiamato nuovamente ad esprimersi per il voto finale sulla Finanziaria con procedura elettronica.
Forza Italia e Lega Nord si oppongono
Le opposizioni non hanno accolto con favore la decisione dell'esecutivo di blindare la manovra con la fiducia. Da Forza Italia i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta hanno scritto in una nota: «Le strane ipotesi su un possibile congelamento della crisi del governo Renzi, con l’approvazione accelerata della legge di bilancio grazie addirittura a cosiddette «fiducie tecniche», sono del tutto impraticabili». Anche i portavoce della Lega Nord Massimiliano Fedriga e Marco Centinaio hanno contestato la scelta: «Non ci sono le basi per l'approvazione rapida della legge di bilancio al Senato a meno che il governo non elimini immediatamente tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica. Non vogliamo prolungare l'agonia per ripagare gli endorsement ricevuti da Renzi in campagna elettorale».
M5s: «Prima si vota e meglio è»
Voce fuori dal coro quella del Movimento 5 stelle che ha continuato a sposare la linea del «prima si vota meglio è», come ha scritto Beppe Grillo sul suo blog. «Noi la pensiamo così, il PD che ne pensa? La voce del suo segretario conta ancora qualcosa? Basta chiacchiere e battute. Siate chiari davanti agli italiani. Aspettiamo una risposta dopo la vostra direzione di domani», ha proseguito il fondatore del M5s. I pentastellati hanno comunque intenzione di votare contro la manovra, ha spiegato il senatore a cinque stelle Vito Crimi ai cronisti a Palazzo Madama: «Se sarà confermato che non ci sarà nessuna modifica alla legge di Bilancio», così che Renzi possa dimettersi realmente, «allora noi saremo favorevoli» ha detto, aggiungendo che «naturalmente M5S voterà contro» la legge di Bilancio senza fare ostruzionismo. «Se è blindata - ha sottolineato - noi diciamo ok, vattene a casa il più presto possibile».