25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La più forte alle 4,27, magnitudo 4.2

Terremoto, la notte lunga e fredda degli sfollati tra centinaia di scosse

E' stata una notte lunga e fredda, quella che hanno trascorso le popolazioni colpite dal terremoto che ieri mattina ha devastato nuovamente il Centro Italia

ROMA - Una notte lunga, fredda e spaventosa. Con scosse telluriche, anche di forte intensità - la più forte magnitudo 4.2 alle 4.27 del mattino con epicentro a Norcia - che non si sono mai interrotte: circa 200 registrate dalle 20 di ieri sera a questa mattina. E' quella che hanno passato le popolazioni colpite dal terremoto 6.5 che ieri ha devastato il centro Italia causando decine di migliaia di sfollati, ma per fortuna nessuna vittima, aprendo una montagna e radendo al suolo interi comuni: borghi medievali che erano veri e propri gioielli del nostro patrimonio storico e culturale. Della cattedrale di San Benedetto, a Norcia, è rimasta in piedi solo la facciata divenuta quasi subito tragica icona della devastazione.

70 comuni segnati dai crolli
Sono circa 70 i comuni che hanno segnalati crolli e si parla di 40mila sfollati, ma la cifra potrebbe addirittura arrivare a 100mila, causati dalla tremenda scossa di terremoto, che ha colpito il Centro Italia alle 7,41 di ieri mattina. Alle 20 di ieri sera, secondo l'ultimo report della Protezione Civile erano quasi ottomila le persone assistite a seguito delle scosse del 26 e del 30 ottobre. In particolare, oltre 900 le persone assistite in Umbria: quasi 400 presso strutture alberghiere nell'area del Trasimeno e oltre 500 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale.

6.500 assistiti nelle sole Marche
Nella regione Marche, gli assistiti erano circa 6.500, di cui oltre 2000 negli alberghi sulla costa adriatica, 2.000 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale e le altre in strutture ricettive agibili sul territorio. Nel Lazio, 130 persone sono ospitate in una struttura allestita a Leonessa. Circa 3000 persone hanno trascorso la notte in strutture di prima accoglienza allestite tra Umbria e Marche. Alcune decine di persone, infine, sono tornate a usufruire dell'accoglienza in tende allestite in seguito alla scossa del 24 agosto, nel Lazio e nelle Marche. Dati però in continua evoluzione e aggiornamento.

1100 cittadini in alberghi
Rimangono, poi, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive - prevalentemente a San Benedetto del Tronto -, presso le abitazioni del progetto C.A.S.E. nel comune dell'Aquila o nei MAP localizzati in altri comuni d'Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.

Oltre 15.000 assistiti in tutto
In tutto sono oltre quindicimila le persone assistite dal Servizio Nazionale della Protezione Civile in seguito al forte terremoto che ieri mattina ha colpito il territorio dell'Italia centrale già interessato dalle scosse del 24 agosto e del 26 ottobre. In particolare, oltre cinquecento sono accolte in strutture alberghiere nell'area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone nella Regione Umbria e altre settemila nella regione Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. I dati, riferiti alla tarda serata di ieri - fa sapere la Protezione Civile - sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento.

1100 cittadini in albergo
Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive - prevalentemente a San Benedetto del Tronto -, presso le abitazioni del progetto C.A.S.E. nel comune dell'Aquila o nei MAP localizzati in altri comuni d'Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.

Le diverse tipologie di assistenza
Nelle ore immediatamente successive al sisma si sono sommate diverse tipologie di assistenza: coloro assistiti nei propri comuni con le misure di prima assistenza attivate dai Sindaci in raccordo con la Dicomac, i trasferiti negli alberghi sulla costa, i trasferiti a seguito di evacuazione preventiva di strutture sanitarie. A questi - chiarisce la Protezione Civile - si aggiungono coloro che già si trovavano ospitati a seguito del terremoto del 24 agosto, coloro che si sono spostati negli alberghi a seguito della scossa del 26 ottobre, ma anche quanti - anche nei comuni più lontani dall'epicentro - hanno trascorso la notte fuori casa per la paura di rimanere sotto un tetto ma senza aver fatto richiesta di forme specifiche di assistenza.