18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Per il Movimento non è una novità

Alfano, Di Battista: «Sul fratello del Ministro un'interrogazione M5s del 2013»

Il 'caso Alfano' è esploso in questi giorni, ma non era una novità per l'M5s. Che già nel 2013 aveva depositato un'interrogazione sulla vicenda del fratello del Ministro

ROMA - Il «caso Alfano» è esploso in questi giorni, come una bomba improvvisa sulla maggioranza, una bomba che, a pochi mesi dall'attesissimo appuntamento con il referendum costituzionale, potrebbe mettere in difficoltà il premier Matteo Renzi. Ma c'è chi non si è particolarmente stupito della «rivelazione»: in primis Alessandro Di Battista, che ricorda come lo strano caso del fratelllo del ministro Alfano avesse già drizzato le antenne dei pentastellati ben 3 anni fa.

L'interrogazione del 2013
Il 18 settembre 2013 - ricorda Di Battista sulla sua pagina Facebook - era stato il grillino Andrea Colletti a scrivere un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'economia e delle finanze, con oggetto proprio la nomina del fratello di Angelino Alfano, Alessandro Alfano, a dirigente di Postecom. Quest'ultima è una società di servizi internet del gruppo Poste Italiane, peraltro partecipata al 100% dal Ministero dell'economia e delle finanze. Peccato che, secondo quanto riporta Di Battista, quell'interrogazione non abbia mai ricevuto risposta.

L'intercettazione
L'intercettazione assurta agli onori delle cronache ieri, però, ha concentrato l'attenzione dei media e dell'opinine pubblica proprio su quella controversa vicenda, aggiungendo peraltro particolari rilevanti. Perché - scrive Di Battista - ha di fatto scoperchiato «l'ennesima cricca degli appalti a Roma». Nell'intercettazione in questione il presunto capo della cricca, Raffaele Pizza, riferisce ad uno stretto collaboratore di Alfano di aver procurato un lavoro ad Alessandro Alfano in una società controllata da Poste italiane, per il modico stipendio di 160.000 euro all'anno!

L'interrogazione di Colletti
In effetti, Colletti, già nel 2013, chiedeva se il curriculum di Alessandro Alfano fosse stato valutato accuratamente. Di Battista conclude così: «Questo è un paese fatto al contrario. Se sei un povero cristo finisci in galera per reati minori ma se ti chiami Verdini e vieni condannato per corruzione rischi che Renzi ti faccia padre costituente. Se poi ti chiami Alfano e sei il fratello del Ministro degli interni, vieni assunto senza concorso in Poste italiane e ti porti a casa 160.000 euro all'anno. 160.000 euro, più o meno la cifra che ho restituito fino ad oggi tagliandomi lo stipendio. A voi le valutazioni».