27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Il premier in un'intervista al Corriere della Sera

Renzi: Devo cambiare di più il Pd. No a chi lavora per dividere

Il segretario del Pd Matteo Renzi torna ad attaccare la minoranza dem: «Non si può continuare così: noi tiriamo e altri dividono»

ROMA - Nel Pd «ogni giorno ho cercato di mediare, di discutere, di tenere buoni tutti. Dobbiamo cambiare di più, non di meno». Lo dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un'intervista al Corriere della Sera: «Il problema - rimarca - non riguarda solo la minoranza. Ma il modo con il quale vogliamo usare questi diciotto mesi che ci separano dal congresso. Vorrei che ci occupassimo del futuro del Paese, non del futuro dei parlamentari». Ma alla minoranza il premier-segretario riserva il commento più duro: «Non si può continuare con un gruppo che tira e altri che lavorano per dividere».

Bersani: niente banchetti del sì
L'esempio, per Renzi, è la richiesta di Pierluigi Bersani di non mettere i banchetti per il Sì al referendum alle Feste dell'Unità: «E' un atteggiamento che non capisco e mi colpisce molto». Quindi il premier chiede: «Dovrei vergognarmi delle cose fatte? Le feste dell'Unità sono le feste del Pd. Non le feste di una corrente minoritaria del Pd. Se ci togliamo la politica, cosa rimane?».

Il problema interno da affrontare
«E' ovvio - prosegue Renzi tornando sulle amministrative - che il Pd anche in caso di vittoria in queste elezioni deve affrontare un problema interno». E anche quello di domenica scorsa, «se proprio vogliamo trasformarlo in un voto di protesta diciamo che chi non ci vota più per colpa mia mi accusa di aver mediato e discusso fino allo sfinimento con tutti nel Pd». 

«Nel 2018 corriamo da soli»
A proposito dell'alleanza con Verdini, il premier spiega che l'alleanza parlamentare nasce dal fatto che nel 2013 si sono perse le elezioni, «e con Verdini quel gruppo dirigente ha già governato votando insieme la fiducia a Monti e a Letta». Tuttavia, «nel 2018 il Pd si presenterà da solo, un partito a vocazione maggioritaria come previsto dallo statuto. Punto», specifica il premier.

Accordo con Verdini carattere locale
Il premier e segretario Pd ricorda che dopo le elezioni del 2013 «quel gruppo dirigente ha scelto Migliavacca e Verdini per fare un accordo, poi saltato, sulla legge elettorale. E adesso se Verdini, che non è ovviamente rappresentato al governo, vota con noi in Parlamento questo sarebbe un problema?». Per quanto riguarda le Amministrative, l'alleanza a Napoli e Cosenza, le due città interessate dall'accordo, «mi pare che avesse carattere locale. E che non abbia funzionato per nessuno».

La partita a tre delle politiche
Per Renzi «quando ci saranno le elezioni politiche la partita sarà una partita a tre. Il Pd, un candidato del Movimento 5 Stelle e vedremo chi sarà, un candidato del centrodestra, e vedremo chi sarà. Gli italiani sceglieranno, a quel punto». Ma - continua il premier - se ci sarà un sistema istituzionale finalmente funzionante «l'Italia avrà fatto un passo avanti chiunque vincerà quelle elezioni. Io personalmente rispetto tutti e non ho paura di nessuno».