Migranti, l'Austria blocca i lavori del muro al Brennero. Frontex: in Italia più sbarchi che in Grecia
Mentre da Vienna giunge la notizia dello stop austriaco alla costruzione del muro al Brennero, Frontex lancia l'allarme sbarchi per l'Italia
VIENNA - Niente più muro anti-migranti al Brennero: i lavori sono stati sospesi. La notizia è giunta dall'Austria, dove il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha incontrato il suo omologo Wolfgang Sobotka, a due settimane dal primo vertice chiarificatore. Sobotka ha espresso soddisfazione: «L'Italia è pronta a fare la sua parte e a dare il suo contributo, così come faremo noi», ha detto il ministro. "La cosa più importante è che ci siano delle misure che possano ridurre l'immigrazione illegale. E' importante che la Ue migliori le infrastrutture dei Paesi che si fanno carico dei migranti, ma migliori anche la vita degli stessi migranti. Spero di poter continuare questa cooperazione con il ministro Alfano e che al Brennero ci sia un continuo afflusso di turisti e non solo di profughi. Non deve essere piu' possibile passare il confine come illegali».
L'Italia rassicura l'Austria
Il responsabile del Viminale, in effetti, ha avuto modo di rassicurare il ministro austriaco sulla buona volontà di Roma. «La soluzione dell'Italia è netta, severa, chiara e semplice - ha dichiarato -: abbiamo lavorato per impedire che i migranti arrivassero al Brennero e lavoreremo per dissuaderli. Chi pensa di venire qui per passare in Austria verrà riportato in Italia. I migranti devono sapere che avranno fatto una fatica vana. Noi siamo un grande Paese, con una grande cuore ma anche con regole giuridiche certe. Quindi siamo noi e non i migranti a decidere dove devono essere accolti».
Le richieste austriache
Pare in realtà che Bruxelles abbia bloccato il tentativo dell'Austria di ottenere un permesso preventivo per introdurre controlli al Brennero, in deroga a quanto previsto dagli accordi di Schengen. In compenso, però, ieri il Consiglio Ue ha dato ieri il via libera alla proposta della Commissione che consentirà a Germania, Austria, Svezia, Danimarca e Norvegia di mantenere per altri sei mesi solo ed esclusivamente i controlli già in atto alle frontiere interne all'area Schengen. Proprio in questo contesto, sembra che Vienna abbia chiesto che nel testo della proroga venisse inserita una formula che permettesse l'applicazione di nuovi controlli, se necessario, anche ad altre frontiere (in primis quella con l'Italia e quindi al Brennero) senza dover seguire tutta la procedura preventiva prevista da Schengen. Una richiesta bocciata dall'Ue, che l'ha ritenuta non compatibile con il diritto comunitario.
L'allarme di Frontex
Ma intanto da Frontex giunge un nuovo allarme per il Belpaese, a quanto pare nuovamente nell'occhio del ciclone della crisi migratoria. Secondo l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, lo scorso aprile il numero degli arrivi in Italia ha superato, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia: 8370 contro 2700, con Atene alleggerita del 90% rispetto al mese precedente. Evidentemente, l'accordo con la Turchia sta dando i suoi frutti. Alfano dal Brennero ha cercato di frenare gli allarmismi: «A questa mattina l'arrivo dei migranti è pari -13,7% rispetto allo scorso anno che era già inferiore rispetto al 2014. Noi non ci facciamo allarmare, abbiamo un flusso dalla Libia che produce migranti in Europa e che assieme alla Ue stiamo cercando di affrontare».
Appelli alla solidarietà con Roma
E intanto, si moltiplicano gli appelli a non lasciare sola l'Italia: come quello del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che in un'intervista all'Handelsblatt ha ribadito: «I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all'Italia. L'Austria dovrebbe sostenere l'Italia, invece di stabilire al Brennero, una delle frontiere più intrise di significato emotivo d'Europa, nuovi controlli». Prima di lui ha parlato il vicecancelliere Sigmar Gabriel, sventolando il «grande pericolo che il Mediterraneo diventi di nuovo un cimitero» e ricordando che «l'Italia non può essere lasciata sola».
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