19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
dalla banda della magliana a mafia capitale

Mafia Capitale, parla l'ex boss della Banda della Magliana: «La nostra eredità l'ha raccolta Carminati»

In un'intervista esclusa, Maurizio Abbatino, il "Freddo" della Banda della Magliana racconta delle inquietanti verità e dichiara di essere "un morto che cammina"

ROMA - Massimo Liuzzi, giornalista del Fatto, è riuscito a trovare e a intervistare Maurizio Abbatino, il "Crispino" della Banda della Magliana divenuto poi famoso col nome di "Freddo" nel Romanzo Criminale che ne ripercorre le vicende. L'intervista mette in luce i i profondi legami tra la criminalità organizzata di ieri e di oggi nella Capitale.

Abbatino: Sono un morto che cammina
«Ho una taglia sulla testa, appena metto piede a Roma mi ammazzano. Sono un morto che cammina». Esordisce così, Maurizio Abbatino, durante l'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano. L'ex componente della celeberrima Banda della Magliana, resa famosa anche dalla trasposizione cinematografica, si trova in un luogo segreto nella speranza di sfuggire ai sicari che lo vorrebbero uccidere e oggi ha 61 anni. A volere la sua testa, secondo le parole dello stesso Abbatino, sarebbe innanzitutto Masimo Carminati.

Roma era il Far West
«Mi vuole morto Massimo Carminati, ma non solo lui. Nel corso del tempo ho ricevuto molti segnali. Carminati sicuramente è uno di quelli, poi ci sono gli apparati deviati», ha detto l'ex boss della banda criminale più pericolosa di Roma durante gli anni Settanta. Abbatino ha deciso di collaborare con la polizia dopo essere stato rintracciato in Sudamerica: «Non ero più protetto - ha raccontato il criminale -. E poi avevano ammazzato mio fratello,avrebbero fatto lo stesso anche con me. Lo faranno, visto che lo Stato mi ha lasciato senza protezione. E le parla uno che ha un senso di rispetto per la giustizia. Ho collaborato proprio perché non avvenisse più niente di tutto quello che fu. Roma era il Far West».

Carminati era il più lucido e il più freddo di noi
Maurizio Abbatino parla poi proprio di Carminati e alla domanda se esista una nuova Banda della Magliana ha risposto così: «Esiste Carminati. Che era freddo, lucido. Il più freddo e lucido di noi. E quello con più potere di attrazione. A ogni assoluzione il potere di Carminati è cresciuto. Ha avuto la fortuna di godere di protezioni dall'alto e di essere imputato nell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli insieme a Giulio Andreotti». E su di sé ha aggiunto: «Non ero il Boss. Non avevo nessuno sopra di me. Ma non ero il capo. Eravamo in molti a decidere. Io ho eliminato troppa gente, non voglio neanche ricordare, mi vengono i brividi. Ma l'eredità l'ha raccolta il 'Cecato' (Carminati ndr) da sempre molto protetto a tutti i livelli».