1 dicembre 2024
Aggiornato 17:30
Anche donne al vertice della banda

Droga, 24 arresti nel Siracusano

L'indagine ha avuto inizio nel dicembre 2009 ed ha interessato le attività di spaccio di sostanze stupefacenti nella zona sud della provincia di Siracusa, in particolare nel territorio dei Comuni di Noto ed Avola.

SIRACUSA - Sono 24 le misure cautelari emesse dal gip di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia etnea, nei confronti degli affiliati ad un gruppo dedito all'acquisto, trasporto, detenzione e vendita di eroina, cocaina ed hashish, con l'aggravante della disponibilità di armi, attivo nella provincia di Siracusa.

L'indagine ha avuto inizio nel dicembre 2009 ed ha interessato le attività di spaccio di sostanze stupefacenti nella zona sud della provincia di Siracusa, in particolare nel territorio dei Comuni di Noto ed Avola. I carabinieri hanno appurato che Corrado Casella, elemento di spicco nel contesto criminale del comune di Avola, aveva progettato di effettuare, nel novembre del 2009, insieme ad altri pregiudicati, un viaggio in Calabria per l'approvvigionamento di cocaina ed eroina. Al ritorno in Sicilia l'autovettura dei trafficanti fu fermata, ma a bordo i militari non trovarono nulla, eccezion fatta per 5mila euro in contanti.

Successivamente, l'ascolto delle conversazioni degli indagati ha permesso da subito di acquisire numerosi elementi a carico degli appartenenti al gruppo. In particolare è emerso il ruolo predominante ricoperto, oltre che da Corrado Casella, anche da un altra persona, Corrado Ferlisi.

L'attività di indagine ha provato la stabilità nel tempo dell'organizzazione che, non solo non veniva intaccata dagli arresti degli affiliati, ma anzi proseguiva con aggiustamenti finalizzati ad evitare che lo spaccio potesse subire battute d'arresto, anche grazie alle indicazioni che uno dei capi, rinchiuso in carcere, continuava ad inviare agli affiliati tramite la propria compagna o comunicandole attraverso lettere. Alcuni affiliati, inoltre, potevano contare sulla disponibilità di armi che sono state sequestrate.

Gli inquirenti inoltre hanno osservato il ruolo svolto dalle donne in favore dei rispettivi coniugi o conviventi nella gestione dell'attività, senza tuttavia mai esporsi in maniera troppo diretta nell'attività di spaccio, coadiuvandoli attivamente ma senza oscurarne la predominanza. Riguardo al linguaggio criptico utilizzato per riferirsi allo stupefacente, erano diversi i termini solitamente utilizzati in tal senso: da «cavalli», a «cavallo piccolo», o «giumenta», «mezzo cavallo», «biruccino». Due persone risultano al momento irreperibili. Nel corso dell'indagine sono stati effettuati 10 arresti in flagranza e sono stati sequestrati quasi trecento grammi di droga, di cui 200 gr. di cocaina e 80 gr. di eroina.

Il nome dell'operazione «Kepha» deriva dall'aramaico che vuol dire «roccia, pietra», ed evoca la specifica natura dello stupefacente sequestrato durante l'operazione, che si presentava in cristalli, in «pietra» appunto.