13 ottobre 2025
Aggiornato 16:30
La riflessione del pontefice

Papa: A Parigi hanno usato Dio per chiudere i cuori

I muri sono come il suicidio, perché escludono e chiudono. Papa Francesco torna a parlare dei drammatici fatti di Parigi: «Il muro è il monumento all'esclusione»

ROMA - Francesco ha svolto una lunga riflessione sulla miseria e i muri, in risposta alla tesoriera, si nazionalità svizzera, della comunità luterana di Roma. «L'uomo, dal primo momento se leggiamo le scritture, è un grande costruttore di muri che separano da Dio. Dalle prime pagine della Genesi lo vediamo. C'è una fantasia dietro i muri umani, la fantasia di diventare come Dio, il mito o la narrazione della torre di Babele è proprio l'atteggiamento dell'uomo e della donna che costruiscono muri, che significa: noi siamo i potenti, voi fuori, ma in questo c'è la superbia del potere e l'atteggiamento proposto nelle prime pagine della Genesi, 'Sarete come Dio', fare un muro è per escludere, va in questa linea: se mangiate questo frutto sarete come Dio».

«Il muro sempre esclude»
A proposito della torre di Babele il Papa è tornato a raccontare un midrash scritto nel 1200 da un rabbino «che spiegava nella sinagoga che la costruzione era molto difficile e molto costoso, perché si doveva fare il fango, non sempre l'acqua era vicino, poi ci voleva la pasta, far seccare e asciugare e cucinare i mattoni, e alla fine salivano, e se cadeva un mattone c'era una catastrofe, perché erano un tesoro, erano costosi, se cadeva un operaio non succedeva niente. Il muro sempre esclude, preferisce il potere, in questo caso del denaro, il mattone, la torre che voleva arrivare fino in cielo: sempre esclude l'umanità, il muro è il monumento all'esclusione».

Parlare chiaro, pregare e servire
«Anche noi - ha proseguito il Papa - nella nostra vita interiore, quante volte le ricchezze, le vanità, l'orgoglio diventano un muro davanti al Signore, ci allontanano dal Signore? Per me la praola che mi viene adesso un po' spontanea è quelal di Gesù: come fare per non fare muri? Servizio, lavare i piedi. Servizio agli altri, servizio ai fratelli e alle sorelle e ai più bisognosi. Con quest'opera di sostenere le 80 giovani madri - ha proseguito Bergoglio citando una'iniziativa della comunità luterana - voi non fate muri, fate servizio. L'egoismo umano vuol difendersi, difendere il proprio potere, il proprio egoismo, ma in quel difendersi si allontana dalla fonte di ricchezza, i muri alla fine sono come un suicidio, ti chiudono, è una cosa brutta avere il cuore chiuso. Mio fratello pastore - ha detto il Papa - ha nominato Parigi. Cuore chiusi. Anche in nome di Dio viene usato per chiudere i cuori. Lei - è tornato a dire il Papa rivolgendosi alla donna che gli aveva posto la questione - mi domandava: cerchiamo di essere di aiuto alla miseria ma sappiamo che le possibilità hanno una fine. Come fare? La mia risposta è: parlare chiaro, pregare e servire. Anche Teresa di Calcutta, a chi le domandava perché si desse tanto da fare per far morire dignitosamente persone che sarebbero morte comunque quattro o cinque giorni dopo, rispondeva: è una goccia nel mare, ma dopo il mare non è più lo stesso».

I muri come un suicidio
«Anche in nome di Dio viene usato per chiudere i cuori». Così Papa Francesco è tornato a parlare degli attentati di Parigi nel corso di un discorso a braccio con i fedeli della chiesa luterana di Roma. «L'egoismo umano vuol difendersi, difendere il proprio potere, il proprio egoismo, ma in quel difendersi si allontana dalla fonte di ricchezza», ha detto Francesco rispondendo alla domanda di una donna protestante. «I muri alla fine sono come un suicidio, ti chiudono, è una cosa brutta avere il cuore chiuso. Il mio fratello pastore ha nominato Parigi», ha proseguito il Papa citando l'ospite Jens-Martin Kruse che aveva parlato degli attentati nella capitale francese. «Cuore chiusi. Anche in nome di Dio viene usato per chiudere i cuori». L'antidoto a chi costruisce muri, per il papa, è «parlare chiaro, pregare e servire».


(con fonte Askanews)