Mattarella e il Papa in coro contro la corruzione da un capo all'altro del mondo
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e papa Francesco, distanti migliaia di chilometri l'uno dall'altro - rispettivamente in Indonesia e a Prato - hanno rilanciato contemporanemente, questa mattina, l'allarme contro la corruzione
ROMA - Non è la prima volta che intervengono sulla corruzione e che richiamano istituzioni, politici e semplici cittadini a porre un argine a quello che viene definito a ragione come un «cancro» della società. Ma è singolare che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e papa Francesco, distanti migliaia di chilometri l'uno dall'altro - il capo dello Stato in visita di Stato in Indonesia e il Pontefice a Prato - abbiano rilanciato contemporanemente, questa mattina, l'allarme invitando, seppure con accenti diversi, la società ad impegnarsi per sconfiggere questo «male».
«Male» o «cancro» che dir si voglia
Uno (Mattarella) lo chiama «male», l'altro (Francesco) lo definisce un «cancro»: di fatto una comunione di termini per uno dei problemi, non solo italiano, del nostro tempo. Una questione mondiale nei confronti della quale però l'Italia sembra comportarsi meglio di altri Paesi, è stata l'opinione del presidente della Repubblica. «Il male c'è ovunque, ho lanciato tante volte l'allarme - ha detto - ma nel nostro Paese è perseguito e scoperto. Cosa - ha aggiunto - che non avviene nel resto del mondo. Da noi non si fa finta di non vedere, si cerca di perseguire la corruzione e questo da' credibilità al nostro Paese».
L'armatura dei cristiani
Il papa ha sostenuto dal canto suo che «la vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell'illegalità. San Paolo - ha continuato - invita i cristiani a indossare un'armatura particolare, quella di Dio. Dice infatti di rivestirsi delle virtù necessarie per affrontare i nostri nemici reali, che non sono mai gli altri, ma 'gli spiriti del male'. Al primo posto in quest'armatura ideale compare la verità: 'attorno ai fianchi la verita», scrive l'Apostolo (Ef 6,14). «Dobbiamo cingerci di verità».
Onestà
Secondo Francesco «non si può fondare nulla di buono sulle trame della menzogna e sulla mancanza di trasparenza. Ricercare e scegliere sempre la verità non è facile; è però una decisione vitale, che deve segnare profondamente l'esistenza di ciascuno e anche della società, perché sia più giusta e onesta. La sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno; la vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell'illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità!».
(Con fonte Askanews)
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