26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
L'ex sindaco continua a dire la sua

Mafia Capitale, Marino pubblica sul sito la relazione inviata a Gabrielli

Il prefetto Franco Gabrielli desecreta la relazione sul malaffare romano. L'ex sindaco risponde e pubblica la sua memoria in cui denuncia il marcio del Campidoglio

ROMA - «Visto che la relazione della commissione sulle infiltrazioni del malaffare a Roma è stata desecretata, pubblico anche la memoria che avevo inviato al Prefetto». Così l'ex primo cittadino di Roma Ignazio Marino annuncia su Facebook la pubblicazione della sua memoria relativa ai fatti di Mafia Capitale.

Le denunce della relazione
Nella relazione scritta dall'allora sindaco Ignazio Marino si descrivevano i mali del Campidoglio, quelli messi a nudo dalla maxi inchiesta Mafia Capitale e poi approfonditi e denunciati dai lavori dell'Anac guidati dal presidente Raffaele Cantone.

I guai del Campidoglio
Partendo dall'anomalia dell'approvazione dei bilanci approvati costantemente in ritardo, l'ex sindaco Marino evidenzia una serie di criticità dell'amministrazione che riguardano peincipalmente gli appalti in affidamento diretto, le spese del personale, il ruolo dei dirigenti, la gestione dubbia delle partecipate. Tutte quelle tematiche che emergono con forza nell'inchiesta di Mafia Capitale e che vedono la politica romana fortemente collusa con il malaffare capitolino.

Cosa fece l'amministrazione Marino
Le parole dell'ex primo cittadino, però, non si fermano solo alla denuncia. Marino, infatti, spiega nella sua memoria cosa la sua amministrazione si impegnò a fare per contrastare il marcio che da anni si annidava in Campidoglio. Marino ricorda, infatti, ciò che fece per porre un freno alla situazione: il bilancio approvato nell'agosto del 2014, la trattativa sul salario accessorio per i dipendenti capitolini, la rotazione dei dirigenti, lo stop agli appalti in affidamento diretto, la collaborazione col governo sulla questione contabile ma anche con al Procura e l'Anac di Cantone.