Marino il marziano riacciuffato dalla rete
La rete riacciuffa Marino: d'altronde era cominciata così la candidatura del chirurgo-marziano a sindaco di Roma. E i suoi fedelissimi non vogliono lasciarlo andare
ROMA - La rete riacciuffa Marino: d'altronde era cominciata così la candidatura del chirurgo-marziano a sindaco di Roma. Ci voleva un miracolo, dopo il tonfo di Parentopoli, troppo grosso per essere rimasto invisibile anche dall'opposizione, per strappare Roma dalla tentazione dell'antipolitica, dell'astensionismo, o dalla novità del movimento Cinque stelle. Il trapiantologo ciclista ci riuscì: con i suoi quaderni in cui in campagna elettorale appuntava fino all'ultimo intervento dell'ultima signora imbestialita. Con la pedalata agile che faceva sognare a tanti una Roma più verde, laica, sobria, elegante, ma anche più internazionale.
Ma Orfini l'ha già scaricato
Si perché Marino all'estero c'era stato, si era affermato, parlava l'inglese fluentemente e dopo anni di «turistese» istituzionale un po' di sprovincializzazione ci voleva. Con l'hashtag «daje» convinse i più giovani e i più connessi, ed oggi la petizione a suo sostegno lanciata su Change.org sfiora quota 30mila firme in meno di due giorni dal suo lancio. E domani, al grido di «basta con i like, movemose» un altro pezzo della base che non ci sta si è autoconvocata per domani mattina alle 12 sotto il Campidoglio per chiedere a Marino di non mollare «perché a noi di lasciare Roma ai fascisti e ai clan mafiosi proprio non ci va», chiariscono. Il commissario romano del Pd Matteo Orfini, da facebook, cerca di spiegare al popolo della rete perché l'ha scaricato: «in questi mesi ho fatto di tutto per aiutare l'ex sindaco Marino», ma «una infinita serie di errori hanno definitivamente compromesso autorevolezza e credibilità del sindaco verso la città». «E' inutile scaricare altrove le responsabilità o immaginare complotti, atteggiamento davvero poco sincero e per niente generoso», scrive all'indirizzo del Campidoglio. Ma Marino tira dritto, e vive questa come una ordinaria giornata di lavoro.
Presto dimissioni formalizzate
Arriva in Campidoglio in mattinata dopo aver incontrato la presidente dell'Acea Catia Tomassetti, rinuncia alla trasmissione Che Tempo Che fa con cui era previsto un collegamento, lascia il palazzo senatorio per le tre del pomeriggio, ma ci torna per le cinque per incontrare i presidenti dei Municipi. Vuole far capire a tutta la città che la sua prima preoccupazione è che non vada perduto il duro lavoro degli ultimi due anni. Il sindaco ha infatti confermato, come già comunicato ieri, che lunedì formalizzerà le sue dimissioni, che diverranno dunque effettive e irrevocabili nell'arco dei venti giorni successivi. Annuncia una verifica con la segretario generale Serafina Buarné per comprendere gli effetti delle dimissioni del sindaco sui territori. Verifica con i minisindaci «atti, provvedimenti e opere che nei prossimi venti giorni dovranno essere sbloccati dall'Amministrazione». «Ogni scenario che avete visto circolare in questi giorni è solo veleno ed è privo di fondamento», ha detto loro il sindaco, riferendosi anche alle ricostruzioni che lo vogliono già al lavoro su una futura nuova candidatura.
Marziano
Lo vuol far sapere, e per questo lo riporta a chiare lettere nella nota stampa. Ci tiene a qualificarsi come parte «di una classe dirigente responsabile verso i cittadini», capiamo dalla nota. A smarcarsi dall'accerchiamento da congiura di palazzo che l'ha avvolto negli ultimi, tragici giorni. Da quell'asfissia da anticamere romane che più volte aveva stigmatizzato nelle giornate di Mafia Capitale. E che l'ha atterrato dopo un assedio paziente quanto insidioso, in attesa del primo passo falso, del peccato veniale da ostendere e sanzionare. Ma la sconfitta esemplare non c'è stata, e in molti in città cominciano a pensare che Marino, da marziano, Roma in fondo l'ha convinta più dei suoi nemici.
(con fonte Askanews)
- 31/03/2016 Comune Roma, Marino: «Orfini? Un insetto. Ecco perché volevano mandarmi via»
- 30/03/2016 Comune Roma, Marino attacca Renzi: «Se avessi seguito i consigli del Pd sarei finito in galera»
- 31/12/2015 L'uomo dell'anno: Ignazio Marino
- 27/11/2015 Note spese, l'ex segreteria sconfessa Marino: Verso la perizia calligrafica