Gli studenti preparano l'autunno caldo
Inizia oggi il nuovo anno scolastico e il primo giorno di scuola in diverse città si apre all'insegna della protesta degli studenti. In alcune città sono state costruite delle barricate di cartone all'ingresso degli istituti, azioni dimostrative che proseguiranno nei prossimi due giorni nel resto delle regioni italiane.
ROMA (askanews) - Inizia oggi il nuovo anno scolastico e il primo giorno di scuola in diverse città si apre all'insegna della protesta degli studenti. L'Unione degli Studenti ha tappezzato diverse scuole con cartelli di divieto di accesso per «Buona Scuola», «presidi manager», «fondi privati» e di libero accesso per «scuola democratica» e «all'istruzione». In alcune città sono state costruite delle barricate di cartone all'ingresso degli istituti, azioni dimostrative che proseguiranno nei prossimi due giorni nel resto delle regioni italiane.
«Gli studenti italiani tornano nelle aule dopo un anno di lotte contro la riforma Renzi. Se il Governo ha pensato di aver vinto il grande movimento della scuola si sbaglia di grosso: la riforma non sarà applicata, ogni scuola sarà una barricata», dice in una nota Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. «Ci impegneremo sin dal primo giorno di scuola a promuovere pratiche, ordini del giorno negli organi collegiali e mobilitazioni scuola per scuola, per disinnescare la deriva autoritaria e aziendalista che rischia di prendere piede negli istituti. Referendum studenteschi, coordinamenti docenti/genitori/studenti, didattica alternativa, lezioni in piazza, occupazioni temporanee, valutazione narrativa, commissioni paritetiche: tante sono le idee che metteremo in campo per costruire un'Altra Scuola dal basso contrapposta alla riforma governativa calata con la forza dall'alto».
«Vogliamo aprire una nuova fase di protagonismo e conquista di diritti, per questo torneremo in piazza già a partire dal 9 ottobre, giornata di mobilitazione nazionale studentesca indetta dalla Rete della Conoscenza - continua Lampis - Riempiremo le piazze di tutto il Paese per chiedere con forza politiche sul diritto allo studio, col fine di raggiungere la gratuità dell'istruzione, reddito minimo, welfare, un lavoro di qualità che non devasti l'ambiente, democrazia dentro e fuori le scuole. Vogliamo potere nelle nostre scuole e nelle nostre città, poter studiare, riqualificare il territorio partendo dai nostri saperi; potere per decidere sulle nostre vite, cancellando la precarietà e la povertà.»
«Dopo il 9 faremo seguire una settimana di mobilitazione diffusa nelle città, sino ad arrivare al 17 ottobre, Giornata mondiale per l'eradicazione della povertà promossa nel Paese da Libera, alla quale aderisce inoltre la Coalizione Sociale», conclude l'UdS.
Anche per la Rete degli Studenti Medi la Buona Scuola è «una legge sbagliata e contradditoria che pur investendo risorse e finanziamenti non risponde ad alcuna necessità del nostro sistema d'istruzione: non investe direttamente sul diritto allo studio, distorce il merito e la premialità dei docenti, svuota la democrazia scolastica non garantendo la pluralità e la valorizzazione delle diverse componenti, rafforza le diseguaglianze e ne crea di nuove».
«Quest'anno ci mobilitiamo fin dal primo giorno di scuola - dice Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi - perché siamo contrari alla legge 107/15 e rivendichiamo una scuola nuova dove l'apprendimento, la didattica e lo studente siano realmente al centro: una scuola capace di garantire ed educare alla democrazia, all'integrazione e all'inclusione di tutti attraverso il diritto allo studio e il potenziamento dei servizi per gli studenti, una scuola che non sia diseguale e selettiva ma punti a portare ciascuno al successo formativo. Chiediamo da anni che la scuola diventi un motore di cambiamento sociale, un centro civico, uno spazio d'aggregazione che sappia governare le complessità tutelando le differenze, che realizzi l'eguaglianza sostanziale valorizzando le diversità di ciascuno di noi».
«Mai come in questo momento storico crediamo che l'istruzione rappresenti l'arma più potente per cambiare il mondo e, nel nostro piccolo, la nostra Europa, in cui assistiamo ancora increduli all'innalzarsi di muri costruiti sull'egoismo, le paure e l'odio e non invece ponti di solidarietà, rispetto per il diverso e piena integrazione. Noi questi muri li vogliamo abbattere, per costruire dalle loro macerie una società diversa, una scuola che si ponga l'obiettivo primario, in questa fase storica, di diventare centro educante di comunità che si fondano sul rifiuto del razzismo e della xenofobia. Il diritto allo studio per tutte e tutti e l'innalzamento dei livelli d'istruzione sono rivendicazioni universali ad oggi inascoltate per cui ci siamo battuti nel corso di questi anni. Mai come ora - conclude Irone - c'è necessità di attuarli per sconfiggere il ritorno dei neo-fascismi e di chi crede che nessuna vera integrazione sia possibile: ognuna di queste rappresenta un altro mattone per il futuro».
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