3 ottobre 2025
Aggiornato 14:30
Il Pontefice cita San Paolo

«Non giudicate e non sarete giudicati»

E' quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che dobbiamo imparare a non giudicare gli altri, altrimenti diventiamo ipocriti. Un rischio, ha avvertito, da cui tutti si devono guardare «dal Papa in giù».

CITTÀ DEL VATICANO (askanews) - Per essere misericordiosi verso gli altri, dobbiamo avere il coraggio di accusare noi stessi. E' quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che dobbiamo imparare a non giudicare gli altri, altrimenti diventiamo ipocriti. Un rischio, ha avvertito, da cui tutti si devono guardare «dal Papa in giù».
Dio, ha detto il Papa a quanto riportato dalla Radio vaticana, ci parla della «ricompensa»: «non giudicate, non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati»: «Ma noi possiamo dire: 'Ma, questo è bello, eh?'. E ognuno di voi può dire: 'Ma Padre, è bello, ma come si fa, come si incomincia, questo? E qual è il primo passo per andare su questa strada?'. Il primo passo lo vediamo oggi, sia nella prima Lettura, sia nel Vangelo. Il primo passo è l'accusa di se stessi. Il coraggio di accusare se stessi, prima di accusare gli altri. E Paolo loda il Signore perché lo ha eletto e rende grazie perché 'mi ha dato fiducia mettendo me al suo servizio, perché io ero' 'un bestemmiatore, un persecutore e un violento'. Ma è stata misericordia». San Paolo, ha soggiunto, «ci insegna ad accusare noi stessi. E il Signore, con quell'immagine della pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e della trave che è nel tuo, ci insegna lo stesso». Bisogna prima togliere la trave dal proprio occhio, accusare se stessi. «Primo passo - ha ribadito Francesco - accusa te stesso» e non sentirsi «il giudice per togliere la pagliuzza dagli occhi degli altri».

Gli uomini che non imparano ad accusare se stessi diventano ipocriti
«E Gesù usa qulla parola che soltanto usa con quelli che hanno doppia faccia, doppia anima: 'Ipocrita!'. Ipocrita. L'uomo e la donna che non imparano ad accusare se stessi diventano ipocriti. Tutti, eh? Tutti. Incominciando dal Papa in giù: tutti. Se uno di noi non ha la capacità di accusare se stesso e poi dire, se è necessario, a chi si devono dire le cose degli altri, non è cristiano, non entra in questa opera tanto bella della riconciliazione, della pacificazione, della tenerezza, della bontà, del perdono, della magnanimità, della misericordia che ci ha portato Gesù Cristo».
«Quando mi viene la voglia di dire agli altri i difetti degli altri, fermarsi. E io? E avere il coraggio che ha Paolo, qui: 'Io ero un bestemmiatore, un persecutore, un violento' ... Ma quante cose possiamo dire di noi stessi? Risparmiamo i commenti sugli altri e facciamo commenti su noi stessi. E questo è il primo passo su questa strada della magnanimità. Perché quello che sa guardare soltanto le pagliuzze nell'occhio dell'altro, finisce nella meschinità: un'anima meschina, piena di piccolezze, piena di chiacchiere».

Contro la corruzione far crescere l'economia dell'onestà
«In questo tempo dove l'aria della corruzione viene dappertutto, bisogna far crescere l'economia dell'onestà. A voi è chiesto non solo di essere onesti - questo è normale - ma di diffondere e radicare l'onestà in tutto l'ambiente». Papa Francesco ha ricevuto in udienza i dirigenti e i dipendenti della Banca di Credito Cooperativo di Roma.
Nell'aula Paolo VI, il Papa ha spiegato che «fare la banca è un mestiere delicato, che richiede grande rigore. Ma una banca cooperativa deve avere qualcosa in più: cercare di umanizzare l'economia, unire l'efficienza con la solidarietà».
E poi bisogna «promuovere un uso solidale e sociale del denaro, nello stile della vera cooperativa, dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale».
Anche per questo tra le raccomandazioni, Papa Francesco ha indicato la necessità di «continuare ad essere un motore che sviluppa la parte più debole delle comunità locali e della società civile, pensando soprattutto ai giovani senza lavoro e puntando alla nascita di nuove imprese cooperative».