Fdi, la provocazione di Delmastro a difesa della Meloni. Tutta da ridere (ma che fa riflettere)
Lo storico militante di destra biellese, da qualche anno nella direzione nazionale di Fratelli d'Italia, ha scritto una lettera di autodenuncia dai toni ironici e sagaci come solo lui sa fare, per esprimere solidarietà alla leader di Fdi
BIELLA – Un'autodenuncia, dai tratti ironici e esilaranti, che suona come un durissimo atto di accusa. Il giovane avvocato biellese Andrea Delmastro, storico militante di destra del Biellese, da qualche anno nella direzione nazionale di Fratelli d'Italia, ha preso carta e penna e attaccato frontalmente l'apparato burocratico e statale che ha bacchettato l'onorevole Giorgia Meloni per le sue dichiarazioni in tema di immigrazione. Il documento che vi proponiamo qui di seguito in esclusiva è stato inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, all'Ufficio nazionale anti-discriminazione razziali e al Dipartimento per le Pari opportunità.
L'antefatto
L’Ufficio anti-idiscriminazioni razziali, che fa capo al Dipartimento per le pari Opportunità di Palazzo Chigi, nei giorni scorsi ha stigmatizzato il comportamento della Meloni per i toni utilizzati in pubblico sul tema di migranti e politiche di accoglienza. La leader di Fdi non ha gradito, denunciando pubblicamente le pressioni subite, considerate una sorta di censura, e ha manifestato imbavagliata. Ora arriva questa provocatoria e sagace lettera-documento di Delmastro.
L'autodenuncia
"Sono un avvocato di periferia che contribuisce, seppur modestamente, a retribuirla e – me nolente – a permettere che inutili e costosi carrozzoni pubblici procurino stipendi – immagino e mi auguro per lei – lauti, a chi svolge la professione di occhialuto e arcigno grande fratello virtuale e, contemporaneamente, di rigido censore con tentazioni torquemadesche. Non ho potuto trattenere, leggendo la sua missiva di stigmatizzazione all’onorevole Meloni, la reazione di mettere mano al mio portafogli per comprendere quanto mi rimaneva, dopo essere stato premuto dalla pressione fiscale, per vivere. Non le dico – ma ovviamente con la rara intelligenza di ogni alto burocrate di Stato certamente non faticherà a comprenderlo – quali fossero i miei pensieri in ordine all’utilizzo dei soldi che sottraete a me, a mia moglie e ai miei figli. Immagino la sua stizza, dopo aver letto il mio esordio e comprendo che troverà volgare la mia allusione alla «vil pecunia». È sempre così: chi li tira fuori è anche un cafone ed insensibile, chi li incassa veleggia sempre alto. Evito quindi di insistere sull’utilizzo dei soldi che mi prelevate con una tassazione – questa sì – da terzo mondo (ops… non se la prenda… è semplicemente un modo di dire) e da esproprio, e vengo diritto al punto".
L'immigrazione deve essere fermata
Delmastro prosegue: "Mi costituisco: le regalo un ulteriore italiano da correggere e riprogrammare, anche per conferire un senso ed una dignità al suo altissimo ruolo sociale. Anche io la penso come l’onorevole Giorgia Meloni. Penso che l’immigrazione – che pure nasce da fenomeni internazionali di indicibile sfruttamento, che pure nasce da fame e disperazione – debba essere fermata. Non riesco a sentirmi, solo perché nato in Italia, colpevole dello sfruttamento delle multinazionali che ho sempre combattuto e che generano povertà in varie aree del mondo. Ma soprattutto non capisco perché il prezzo di questi speculatori lo debbano pagare italiani del ceto economico medio basso che nulla ne possono e che soffrono la fatale microcriminalità collegata al mondo della immigrazione, che patiscono la concorrenza nel mercato del lavoro e che vengono scavalcati nell’erogazione dei servizi sociali da chi rappresenta ai loro occhi l’ultimo arrivato. Anche io, come l’onorevole Giorgia Meloni, sto con coloro che hanno contribuito a creare la ricchezza di questa nazione e che, in un momento di difficoltà, pretendono preferenza nazionale, ovverosia pretendono di ricevere qualcosa della ricchezza che hanno contribuito a creare".
La disperazione genera l’immigrazione, quella stessa disperazione può però generare comportamenti socialmente devianti
Non è anche questa una discriminazione? Non scomodo nemmeno concetti inviolabili come quelli di Patria (sarebbe un dialogo fra sordi), ma anche in una visione banalmente societaria della Nazione, appare evidente che gli eventuali dividendi si distribuiscono prima agli azionisti e dopo agli ultimi arrivati. Sì – lo confesso e senza vergogna – io mi sento rappresentato dall’onorevole Giorgia Meloni quando afferma che bisogna fermare l’immigrazione. Condivido – non so come dirglielo – ma condivido l’idea che come la disperazione genera l’immigrazione, quella stessa disperazione può generare comportamenti socialmente devianti che facilmente scivolano nella micro delinquenza, quando non diventano ostaggio della delinquenza organizzata. Ma non basta! Mi sento di aprirmi a lei come un vero e proprio confessore laico delle mie più profonde e maleodoranti miserie e voglio liberarmi di ogni peso di questa coscienza, non ancora riprogrammata da illuminati enti come quello da lei rappresentato, confidando nella sua superiore e certa commiserazione e comprensione.
L'accoglienza? Gestita per flussi legati alla nazionalità
La dirò tutta… credo anche io che sia necessario immaginare la capacità di accogliere per flussi legati a nazionalità… ecco così, di getto, le ho detto tutto». "C’è – in verità – ancor una cosa: dato che queste cose le penso, mi capita di dirle. Cioè – mi capisca – non voglio parlare da solo, anche perché forse mi procurerei un problema maggiore e, quindi, queste cose le dico agli amici, agli avventori occasionali dei bar e degli uffici pubblici che frequento e, a volte, le scrivo anche ai giornali locali che – ahimè – hanno anche pubblicato questi miei pensieri impuri. Ma v’è di più! A volte ne parlo in casa con mia moglie e so che lei non ha intenzione di sbirciare anche nelle mie quattro mura domestiche e nel rapporto intimo con mia moglie, ma adesso che ci penso le debbo confidare che non escludo che i miei figli possano avermi sentito. Atteso che sono convinto che i miei figli non abbiano fatto i delatori, nutro il fondato sospetto che se proprio non condividono, quantomeno non sono orripilati dai miei pensieri. Crede che almeno su di loro siamo ancora in tempo? Che debbo fare? Ma torniamo a noi e al senso della mia missiva".
Sono solo un volgare avvocato di periferia, che però contribuisce a pagarle il suo meritatissimo stipendio
"Prima che lei – con i potenti mezzi di cui l’Ufficio sono certo che dispone – venga a me, mi costituisco io, sperando che anche questo contegno possa essere valutato positivamente per ottenere degli sconti di pena, rispetto alla esecrazione pubblica alla quale mi vorrà esporre. Sono certo, però, che vorrà anche considerare che io contribuisco a pagarle il suo meritatissimo stipendio e quindi che se lei ha strumenti per grufolare nella vita altrui e comminare sentenze pubbliche di esecrazione in contumacia, un po’ lo deve anche a questo volgare avvocato di periferia che pensa e dice le stesse cose dell’onorevole Giorgia Meloni. Grato se vorrà considerare e ponderare ogni circostanza del mio increscioso caso, prima di assumere la ferale e dovuta sentenza, le invio distinti saluti, ossequiando profondamente la sua altissima funzione sociale".
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