Arci: «Il Paese è sempre più incattivito»
Da Treviso a Roma: aumenta l'odio verso gli stranieri e a testimoniarlo sono le manifestazioni di protesta messe in piedi dai movimenti di destra ed estrema destra, da CasaPound a Forza Nuova
ROMA (askanews) - «Dal Veneto a Roma, quando non è la Lega a soffiare sul fuoco è Casa Pound». Così l'Arci dopo i disordini successi a Quinto, in provincia di Treviso, dove i residenti, «fomentati dagli attivisti della Lega e di Forza nuova», hanno inscenato proteste contro l'arrivo di un centinaio di rifugiati che dovrebbero sistemarsi in due palazzine della zona, e a Roma dove oggi è scoppiata la rivolta contro una settantina di richiedenti asilo che dovrebbero essere alloggiati nei pressi della Cassia, a Casale San Nicola.
«L'amor di patria»
«A Quinto - ricorda l'Arci - i residenti hanno addirittura scelto di dormire nel prato antistante pur di non 'contaminarsi' con i giovani africani, mentre i militanti di Forza Nuova davano fuoco agli oggetti assemblati in un magazzino per l'arredamento delle abitazioni destinate ai rifugiati. Il tutto all'insegna dell'amor di patria, che va 'liberata dall'invasione dello straniero e restituita agli italiani'».
Il razzismo sottile di CasaPound
Nella capitale, intanto, Casapound organizza i blocchi stradali per impedire l'accesso dei richiedenti asilo nel quartiere, «naturalmente cantando l'inno italiano. Tornano in mente tempi bui della nostra storia. Il veleno della propaganda razzista, che in questi anni ha scavato a fondo in un'opinione pubblica sempre più disorientata, sta dando i suoi perfidi frutti. Un razzismo - aggiunge l'Arci - che si esprime in forme diverse, sottili, che non ha bisogno di essere urlato e che per questo è tanto più pericoloso».
L'idea dell'invasione
«E' passata - ragione quindi l'associazione - l'idea dell'invasione, che certa stampa e tanti politici hanno ripetuto come un mantra, fino a far percepire come verità una grossolana bugia. E' passata l'idea di un paese in perenne emergenza per far fronte a un'immigrazione che ha numeri più contenuti che in tanti altri paesi europei. Il tutto per giustificare, politicamente e moralmente, l'incapacità di gestire qualche migliaio di persone in fuga per la sopravvivenza. Il risultato è un paese incattivito, sempre più chiuso, incapace di vivere l'altro da sé come una risorsa anziché un nemico da allontanare».
La campagna di Arci
In autunno, all'apertura delle scuole, l'Arci lancerà una campagna per la verità, contro i pregiudizi e le discriminazioni, rivolta soprattutto ai giovani ma anche a quanti frequentano le nostre basi associative. «Chiederemo con più forza - concludono - ai media di ospitare anche le opinioni di chi sostiene le ragioni dei diritti, senza privilegiare, come spesso accade oggi, le posizioni di chi urla di più con un linguaggio intriso di violenza e volgarità».
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