28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Il presidente di FdI accusa il governo

«Renzi inadeguato su terrorismo e immigrazione»

Le operazioni antiterrorismo di Roma e Milano dimostrano lo stato di insicurezza in cui verte il nostro Paese. Giorgia Meloni punta il dito contro «l'inadeguatezza» del premier Matteo Renzi e di Angelino Alfano

ROMA - In materia di immigrazione e terrorismo, la situazione sembra essere «sfuggita di mano» al governo Renzi. Ad affermarlo è Giorgia Meloni che, in un post su Facebook, commenta le ultime operazione antiterrorismo che hanno visto l'arresto di dieci persone, «dieci esaltati affiliati all'Isis». Oltre al terrorismo, a preoccupare il presidente di Fratelli d'Italia è anche il nodo immigrazione.

Renzi, Alfano e la loro «imbarazzante assenza»
A Reggio Calabria arriva una nave con più di novecento immigrati e tra questi potrebbero esserci dei potenziali esponenti dello Stato islamico. La situazione è sfuggita di mano a premier e ministro dell'Interno, contro i quali Meloni inveisce ancora: alla luce di quanto accaduto nel giro di poche ore e constatato, quindi, il livello di allerta terrorismo nel nostro Paese, Matteo Renzi e Angelino Alfano dimostrano ancora una volta «tutta la loro inadeguatezza» con la loro «imbarazzante assenza».

Renzi parla con Obama e Alfano plaude alla Polizia
Il premier, intanto, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Usa Barack Obama e al centro del colloquio, secondo fonti interne a Palazzo Chigi, ci sarebbe stato proprio il nodo terrorismo, oltre alla situazione in Libia e a quella di Europa e Grecia. Dal canto suo, il ministro dell'Interno Alfano commenta le operazioni di contrasto al terrorismo e plaude a Forze dell'Ordine e Magistratura che, a Milano e Roma, hanno «duramente colpito cellule terroristiche» in attivo nel nostro Paese. Alfano esalta in particolare l'operazione portata avanti dagli uomini della Polizia in Lombardia, dove è stata sventata una cellula terroristica composta da un'intera famiglia, persone convertitesi all'Islam, poi «arruolate, e delle quali alcune già partite e altre in procinto di farlo per combattere all'estero».

Una famiglia italiana arrestata a Milano
A far scattare la prima tornata di italiani arrestati con l'accusa di essere reclutatori e complici dell'Isis a Milano sono state alcune intercettazioni telefoniche che hanno immediatamente fatto scattare l'allarme. Parole dure e di odio nei confronti dell'Occidente e dei cristiani ha persuaso i magistrati a far scattare il mandato di arresto per dieci persone accusate di terrorismo internazionale, oltre che del reato – da poco introdotto nella normativa – che punisce le partenze di jihadisti dall'Italia verso quei Paesi controllati dalle forze armate dell'Isis. Tre cittadini italiani finiscono in manette: convertiti ad una visione ultra radicale della religione musulmana, si tratterebbe dei genitori e della sorella della ventottenne Maria Giulia Sergio, che, scomparsa dall'Italia sul finire del 2014, è stata riconosciuta in Siria nel gennaio di quest'anno, dove combatte insieme al marito – «sanguinario combattente jihadista», secondo la ragazza. L'inchiesta ha rivelato che i genitori sessantenni e la sorella trentenne sarebbero stati in procinto di partire per la Siria per sostenere il Califfato islamico. Mentre i due coniugi sono stati arrestati con l'accusa di aver organizzato il viaggio verso il Paese controllato dalle forze dell'Is consapevoli dei metodi terroristici dello Stato islamico, le due sorelle sono accusate invece di essere complici a pieno titolo «dell'organizzazione terroristica denominata Stato islamico».