28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
La leadership continua

Grillo pronto a farsi da parte? Macché...

Si parla della stanchezza di Beppe Grillo e di una imminente caduta della testa del Movimento. Diverse le uscite infelici del leader, ma l'impegno del fondatore resta quello di otto anni fa e la leadership non cade

ROMA - Beppe Grillo in procinto di lasciare la testa del Movimento? Si vocifera di una possibile uscita di scena del leader del M5S, sulla scia di alcuni scivoloni e sullo scemare delle sue uscite in pubblico. Una parte dei media parla addirittura della metamorfosi del capo, ormai trasformato in un peso per le nuove stelle del partito. Non si può certo dire che di Beppe non si sia parlato ultimamente, ma in negativo, vista qualche uscita discutibile. Basta ricordare – in merito al nodo Marino e Mafia capitale – l'uscita infelice del tweet in cui Grillo associava topi e spazzatura romana ai «clandestini». O l'attacco a Veronesi e alle mammografie in occasione della marcia di Assisi per il reddito di cittadinanza. Cadute di stile che hanno pesato non poco, purtroppo, sulla testa del Movimento.

Pochi palchi e qualche gaffe
A suscitare dubbi sulla leadership di Beppe è stata anche la scarsa presenza nel corso dell'ultima campagna elettorale. Rispetto all'ultimo «Tsunami Tour» in cui il suo carisma e la sua energia avevano travolto le folle nelle piazze, in occasione delle ultime elezioni regionali e amministrative il leader dei pentastellati si è affacciato poco e niente sui palchi dei candidati. Un solo comizio, nella sua Liguria, ha tutt'altro che entusiasmato sostenitori e grillini: in quell'occasione, infatti, Grillo non aveva dimostrato troppa attenzione per la candidata in questione, lasciandola quasi nell'ombra. In più, pare che ci sia voluto un po' per convincere il leader a salire sul palco.

L'ora delle dimissioni?
Qualcuno parla di stanchezza. Sono passati otto anni da quel famoso V-Day che sancì l'inizio rivoluzionario del Movimento 5 Stelle e forse il guru inizia a perdere la voglia di investire nel progetto le energie iniziali. Forse, invece, quella di Beppe è la consapevolezza di essere arrivato ad un punto di non ritorno in cui si fa forte l'esigenza di lasciare spazio alle «nuove stelle», ormai pronte per proseguire senza la testa del Movimento. Secondo qualcuno sarebbe stata decisione saggia se il Grillo nazionale avesse lasciato la sua guida del gruppo subito dopo la cocente sconfitta delle Europee (come lo stesso Grillo aveva promesso), sconfitta che avrebbe lasciato «strascichi» evidenti nelle fila del Movimento.

La forza di Beppe dietro le quinte
Checché se ne dica, però, Grillo ha continuato a portare avanti, da dietro le quinte, una serie di questioni importanti che, sin dal principio, hanno contraddistinto il Movimento. Le chiacchiere dei media poco possono rispetto all'impegno concreto di Beppe per reggere le fila del Movimento e, soprattutto, per rispettare fino in fondo le promesse fatte agli elettori. Se una parte della stampa punta a minare alla base il M5S, Grillo risponde sul suo blog con interventi di grande spessore in merito a temi importanti per gli italiani: dall'immigrazione alle pensioni, dalla corruzione di Mafia capitale al reddito minimo di cittadinanza, fino ad arrivare al default della Grecia con un sostegno al premier Alexis Tsipras che vede Grillo impegnato direttamente nella campagna contro l'Europa promossa dai greci. Insomma, le chiacchiere stanno a zero: il suo vigore si fonda sempre più su una presenza costante e decisiva, un filo rosso imprescindibile che, super partes, indica alle nuove stelle il percorso da seguire. Un cambio di stile, toni meno urlati e uscite rade, che non esclude, però, la solita forte dedizione del leader dei 5 Stelle, ancora intento a mantenere quelle promesse date e a scegliere di intraprendere i sentieri non ancora battuti della lotta alla casta e alla 'malapolitica' che governa il Paese.