«Sofri consulente per la riforma della carceri del governo Renzi. Pazzesco»
La Lega Nord è intervenuta sulla vicenda con un comunicato pubblicato sul sito del partito. E Matteo Salvini non ha risparmiato battute sulla sua pagina facebook...
ROMA – Una scelta opinabile quella del governo Renzi, che ha scatenato un gran putiferio. Il ministro Andrea Orlando ha nominato il 19 giugno scorso Adriano Sofri, l’ex leader di Lotta Continua, tra gli esperti per la riforma del sistema penitenziario. Sofri fu condannato a ben 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio del commissario di Polizia, Luigi Calabresi, avvenuto a Milano nel 1972.
Molteni: Uno schiaffo alla memoria delle vittime
La Lega Nord ha reagito con tempestività alla scelta – quantomeno discutibile – del governo Renzi. Sul sito ufficiale del partito si legge il comunicato del deputato Nicola Molteni: «La scelta di Sofri come consulente della riforma carceri è fuori dal mondo, ed è degna solo di un governo anormale. Orlando la revochi o la Lega è pronta alla rivolta». E prosegue così: «Si tratta di uno schiaffo alle vittime - contesta Molteni -. Dopo la mancetta di otto euro regalata ai carcerati, cinque svuotacarceri, sconti di pena e premi ai detenuti, indulti mascherati, liberazioni anticipate speciali e dopo aver riempito il Paese di clandestini, il governo arruola Sofri, confermando di essere un Esecutivo nemico degli onesti e delle forze di polizia. La grazia a suo tempo concessa al re di Mafia Capitale Salvatore Buzzi non ha insegnato niente, Orlando dimostra di avere la memoria cortissima. Faccia un passo indietro o siamo pronti ad alzare le barricate».
Salvini: Aspettiamo Schettino al Ministero dei Trasporti
Anche il segretario del Carroccio è intervenuto sulla vicenda, e ieri ha postato sul suo profilo facebook: «Adriano Sofri, ex leader di Lotta Continua condannato a 22 anni di galera, consulente del governo Renzi per la riforma delle carceri. Pazzesco. Attendiamo un incarico per Schettino al Ministero dei Trasporti.» Insieme a Salvini e alla Lega Nord, molte sono state le voci che si sono levate contro la nomina di Sofri: innanzitutto il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, che ha definito la decisione «inaccettabile, inammissibile, intollerabile e insopportabile», sottolineando invece l’assenza «clamorosa e inspiegabile» dei poliziotti penitenziari all’interno dell’iniziativa. Il sindacato – piuttosto irritato – ha invitato il governo a un ripensamento, sostenendo che sarebbe «come far sedere Totò Riina al tavolo di revisione del 41 bis.»
Sofri: Rinuncio
Da parte sua, Adriano Sofri, nel bel mezzo della bufera mediatica che si è sollevata intorno alla sua persona, ha deciso di fare un passo indietro e si è difeso così: «Si è sollevato un piccolo chiasso attorno alla mia 'nomina' da parte del ministro della Giustizia come 'esperto' di carcere. Il mio contributo si era limitato a una conversazione telefonica con un autorevole giurista, e all'adesione a una eventuale riunione futura. Alla quale invece non andrò, scusandomene coi promotori, perché ne ho abbastanza delle fesserie in genere e delle fesserie promozionali in particolare». Si trattava di un’iniziativa che avrebbe dovuto raccogliere il contributo e le proposte degli avvocati, degli assistenti sociali, dei volontari, dei garanti delle persone detenute, per preparare la riforma delle carceri, di cui il nostro sistema carcerario ha urgentemente bisogno. La rinuncia di Sofri, tuttavia, è stata accolta con un sospiro di sollievo da tutte le parti in causa.