23 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Un paese corrotto

In Mafia capitale ci sono tutti: clan, politici e cittadini

Quella scoperchiata dall'inchiesta di Roma è un'organizzazione criminale che non ha nulla da invidiare a Cosa nostra o alla 'ndrangheta. Perché ha infiltrato sia il potere che il consenso popolare. E per batterla dobbiamo fare tutti la nostra parte

ROMA – Mafia Capitale non è solo un modo di dire. Non è un'esagerazione mediatica e giudiziaria, come sostiene Giuliano Ferrara. Non siamo ancora arrivati agli attentati con la lupara bianca, certo, e per le vie di Roma non si aggirano gangster in coppola. Ma l'organizzazione criminale che i magistrati hanno scoperchiato con la duplice inchiesta di questi mesi non si può derubricare a semplice banditismo da rubagalline. Non sono i delitti o il giro d'affari a qualificare una mafia, infatti, bensì l'infiltrazione nelle istituzioni. La collusione con il potere.

Marino non c'entra, gli altri sì
Sia chiaro: fare di tutta l'erba un fascio non aiuta a comprendere il fenomeno, anzi, è prima di tutto un regalo ai mascalzoni. Per questo ci teniamo ben lontani dalle tentazioni della forca e ribadiamo che la responsabilità penale è personale. Rispolverare il solito ritornello della richiesta di dimissioni a Ignazio Marino vuol dire strumentalizzare l'ennesima emergenza seria per beceri obiettivi di piccola propaganda politica. Per quanto il sindaco si sia dimostrato un mediocre amministratore e un pessimo comunicatore con la città, infatti, a carico suo e della sua Giunta non è emerso ad oggi nulla di rilevante, anzi le intercettazioni lo dipingono come incorruttibile. Ma su un punto non possiamo dare torto al Movimento 5 stelle: tranne i grillini, dentro a questa inchiesta ci stanno proprio tutti i partiti. Trasversalmente, da destra a sinistra, e con tutte le scarpe. Eccolo lì, chiaro, evidente, davanti ai nostri occhi, il vero motivo per cui questa classe dirigente non risolve i nostri problemi, dall'immigrazione alla disoccupazione: semplicemente perché ci guadagna sopra.

Capitale corrotta, nazione infetta
Eppure i gangster e i politici sono solo due vertici del triangolo mafioso: il terzo è il popolo. Arrestare tutti i ladri e cacciare l'intero Consiglio comunale non basterebbe ad estirpare completamente questo bubbone marcio da Roma. Perché c'è un altro aspetto, quello più grave, che accomuna Mafia capitale alla Cosa nostra sicula, alla 'ndrangheta calabrese o alla camorra campana: il consenso diffuso che riscuotono nella popolazione. Non è un caso se i politici collusi sono stati quasi tutti tra i re delle preferenze alle ultime elezioni amministrative e se, più di recente, anche alle regionali i cosiddetti impresentabili sono quelli che hanno fatto il pieno di voti. Questo accade non perché gli italiani siano diventati improvvisamente tutti disonesti (anche se, ahimè, ce ne sono troppi), ma perché la criminalità organizzata, in tempi di crisi, è in grado di garantire ai cittadini ciò che lo Stato non garantisce più: un lavoro. In nero, sottopagato, senza diritti, ma pur sempre un lavoro.

Tutti in prima linea
Insomma, per sconfiggere davvero Mafia capitale bisogna sciogliere questo perverso intreccio di interessi. Non basta affidarsi ai magistrati: ciascuno di noi deve fare la sua parte. I partiti devono cacciare i disonesti (anche solo i presunti tali) dalle loro liste e non ricandidarli mai più. Il Movimento 5 stelle continuare ad attaccare i ladrocini delle altre forze politiche, ma anche cominciare a puntare sulla competenza, sulle soluzioni pratiche ai problemi degli italiani, perché solo in questo modo lo Stato può tornare ad essere più popolare dei boss. E noi cittadini, che alla fine siamo sempre la maggioranza, ricordarci che la legalità non è solo una bella parola, ma un principio che conviene a tutti, l'unica alternativa al far west del libero furto. Ricordarcene sempre, fin dalle nostre piccole azioni di tutti i giorni. Ma soprattutto quando entriamo in cabina elettorale.