26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Il ministro del Lavoro invita alla prudenza

Poletti:«Il 26 summit con Inps, Istat e Inail per vagliare i dati sul'occupazione»

"È evidente che, per evitare possibili fraintendimenti e fornire all'opinione pubblica un quadro di conoscenza completo ed organico sull'andamento del mercato del lavoro e dell'occupazione, è necessario procedere ad una condivisione e ad un'integrazione delle fonti informative oggi a disposizione di soggetti diversi", spiega il ministro del Lavoro.

Roma (askanews) - «È evidente che, per evitare possibili fraintendimenti e fornire all'opinione pubblica un quadro di conoscenza completo ed organico sull'andamento del mercato del lavoro e dell'occupazione, è necessario procedere, come ha peraltro suggerito pochi giorni fa il Presidente dell'Istat, ad una condivisione e ad un'integrazione delle fonti informative oggi a disposizione di soggetti diversi: Istat, Ministero del Lavoro, Inps e Inail». Lo afferma, in una nota, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti in occasione della diffusione dei dati sulle attivazioni e cessazioni dei contratti di lavoro a marzo.

Poletti: E' improprio trarre da questi dati indicazioni sull'andamento dell'occupazione nazionale
«Cogliendo l'opportunità di questa sollecitazione - annuncia il ministro -, il 26 maggio è stato fissato, con i Presidenti di Istat, Inps e Inail, il primo incontro per avviare un progetto che risponda a questo obiettivo». Commentando i risultati diffusi, Poletti spiega che «i dati che pubblichiamo oggi completano quelli forniti il 23 aprile, dove non erano comprese le attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro nei settori del lavoro domestico e della Pubblica Amministrazione. Con questa uscita proseguiamo l'attività, annunciata all'inizio del mese scorso, di pubblicazione mensile di informazioni tratte dalle Comunicazioni obbligatorie, con l'obiettivo di fornire elementi utili di conoscenza sulle dinamiche del mercato del lavoro. È opportuno - aggiunge -, con l'occasione, ribadire che si tratta di dati relativi ad un flusso e che non fanno riferimento alle persone, bensì ai contratti di lavoro attivati o cessati. È improprio, quindi, trarre da questi dati indicazioni sull'andamento del tasso di occupazione del Paese».